Roma chiama e Milano risponde. È la giornata del braccio di ferro tra le piazze. La meneghina piazza Duomo si anima contro il disegno di legge Zan. Piazza del popolo a Roma, invece, fa da cornice alla manifestazione che proprio lo stesso disegno di legge vuole promuovere, difendere e soprattutto far approvare in Senato. Causa il forzato distanziamento entrambe le piazze risultano «piene». Dando così la plastica visione di un argomento divisivo per il nostro Paese.
La pioggia non ha impedito ai sostenitori del «Popolo della famiglia» di raccogliersi nella piazza milanese e di gridare lo slogan «liberi di pensare». Almeno fin quando la polizia non è dovuta intervenire per allontanare un gruppo di contestatori che con il lancio di fumogeni ha tentato in tutti i modi di far naufragare l'iniziativa pacifica.
«Restiamo liberi» ha continuato a gridare il «popolo della famiglia». «Liberi di dire mamma e papà». Anche personaggi di spicco del mondo politico hanno voluto testimoniare con la loro presenza l'appoggio all'iniziativa. Primo fra tutti il leader della Lega Matto Salvini, oggetto di insulti e di lanci di oggetti da parte di quella stessa parte di manifestanti che ha tentato di far naufragare l'iniziativa e che soltanto il tempestivo intervento delle forze dell'ordine ha reso inoffensiva. «Anche io sono qui a manifestare per la libertà - spiega il leader del Carroccio -. Ognuno deve poter amare chi vuole senza essere aggredito e discriminato, tanto che la Lega e l'intero centrodestra hanno presentato una proposta per introdurre delle aggravanti per chi insulta e aggredisce. Un altro paio di maniche è distruggere l'idea di famiglia, le radici della nostra comunità, portare sui banchi di scuola teorie come il gender, idee come le adozioni gay e l'utero in affitto e addirittura introdurre un nuovo reato che mette il bavaglio e vuole mettere in galera chi pensa che la mamma sia mamma e che il papà sia il papà». «È una proposta di legge liberticida - gli fa eco Riccardo De Corato (FdI) - che intende promuovere già nelle scuole le tesi gender per indottrinare i bambini e impedire ai genitori la libertà educativa. Eppure ricordo che le discriminazioni, comprese quelle per il sesso e l'orientamento sessuale, e i reati che ne conseguono, sono già puniti dal nostro codice penale, mentre introdurre il nuovo ddl significa in realtà alimentare un cambiamento che porti a stravolgimenti della famiglia naturale come la maternità surrogata o l'adozione per le coppie omosessuali».
Su un punto le due piazze si trovano concordi: la Costituzione. Entrambe la portano a vessillo. Ed entrambe sfruttano l'articolo 21 sulla libertà di pensiero e di espressione. Quella romana come «base» per la criminalizzazione delle discriminazioni in base a orientamenti sessuali, quella milanese perché sancisce definitivamente il bando dei reati di opinione.
Nella piazza romana disegnata dal Valadier il coro ancorato a una sola nota: «il ddl Zan va approvato così com'è!» «Dobbiamo far sì che anche in Italia - spiega la senatrice dem Monica Cirinnà -i crimini di incitamento all'odio e alla violenza vengono perseguiti. È una richiesta che arriva da gran parte della società civile».
«Oggi siamo in piazza - commenta Nicola Fratoianni, leader di Sinistra italiana - per dire una cosa semplice: si approvi il ddl Zan ora, si è già in ritardo. Questa legge non fa male a nessuno ma fa bene a molti. E la destra che si oppone è solo ridicola difendere la libertà di insultare e minacciare non è libertà».
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