Un provvedimento che scuote il mondo di CL, una decisione presa direttamente dal Papa dopo una frattura in corso tra la Santa Sede e Comunione e Liberazione. Il primo segno tangibile di un clima più che teso è arrivato ieri, quando la Sala Stampa della Santa Sede con un comunicato ha fatto sapere che Papa Francesco ha deciso di commissariare e azzerare i vertici di governo dei Memores Domini, l'associazione di laici consacrati (che vivono i precetti di povertà, castità e obbedienza) che fa capo alla fraternità di Comunione e Liberazione, il movimento ecclesiale fondato da don Luigi Giussani. Il provvedimento non arriva a sorpresa, era atteso dai membri dell'associazione, finita sotto la lente d'ingrandimento del Vaticano già da alcuni anni, da quando alcuni componenti avevano lamentato, proprio con la Santa Sede, diversi problemi di gestione. Tanto che dal Dicastero per il Laici era arrivata l'indicazione di rinnovare gli statuti. A dire di alcuni «Memores», però, il direttivo ne avrebbe ostacolato la revisione, dichiarandosi «perseguitato» dal Vaticano. Ma sullo sfondo c'è anche dell'altro: uno scontro ad alti livelli che potrebbe portare, nelle prossime settimane a nuovi provvedimenti, questa volta riguardanti direttamente i vertici della fraternità di Comunione e Liberazione che rischia, dunque, un ennesimo commissariamento.
Nel giugno scorso il Dicastero vaticano aveva pubblicato il testo di un decreto che prevede di fissare una durata dei mandati dei vertici dei movimenti ecclesiali (massimo due mandati quinquennali), «affinché l'autorità sia un autentico servizio alla comunione contro il rischio di personalismi e abusi». Don Carrón, in carica dal 2005 e rieletto per tre volte, con una lettera aveva subito comunicato di essere pronto a intraprendere tutte le iniziative per adeguarsi alla nuova normativa e quindi, nel giro di due anni, arrivare all'elezione di un nuovo presidente. Ma negli ultimi mesi il dialogo tra il Vaticano e CL si è letteralmente arenato, con ordini dall'alto (a quanto pare disattesi) e ripicche. L'ultima giovedì 16 settembre quando il Papa ha ricevuto in Vaticano i movimenti ecclesiali: secondo alcune fonti interne a Comunione e Liberazione, il cardinale Kevin Farrell, camerlengo e prefetto del Dicastero per i Laici, avrebbe espressamente chiesto la presenza di don Carrón. Il sacerdote spagnolo, però, ha preferito delegare il suo vice e un altro membro del movimento. Stessa decisione presa da Antonella Frongillo, la ormai ex presidente dei Memores Domini. Durante l'udienza Francesco, rivolgendosi a tutti i presenti, non ha usato mezzi termini: «Cadiamo nella trappola della slealtà quando ci presentiamo agli altri come gli unici interpreti del carisma, gli unici eredi della nostra associazione o movimento, oppure quando, ritenendoci indispensabili, facciamo di tutto per ricoprire incarichi a vita o quando pretendiamo di decidere a priori chi debba essere il nostro successore».
Per i Memores, intanto, Francesco, ha deciso che, «avendo a cuore la loro esperienza e riconoscendone nel carisma una manifestazione della grazia di Dio», da oggi arriverà un delegato speciale, l'arcivescovo di Taranto monsignor Filippo Santoro che avrà pieni poteri sul governo dell'associazione «al fine di custodirne il carisma
e preservare l'unità dei membri». Con Santoro è stato nominato anche un canonista gesuita, padre Gianfranco Ghirlanda, che lavorerà per il rinnovo degli statuti, così come chiesto ormai da oltre un anno dalla Santa Sede.
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