L'ultimo terremoto sulla magistratura scuote anche la politica con la richiesta di una commissione di inchiesta fortemente voluta dal centrodestra. Lo scontro all'interno della maggioranza si innesca sulla nomina dei due relatori espressione della sinistra al governo: l'incarico è stato affidato a Stefano Ceccanti (Pd) per la commissione Affari costituzionali e a Federico Conte (Leu) per la commissione Giustizia. Forza Italia, Lega e Fdi insorgono. Così come Enrico Costa di Azione: «Il presidente 5 stelle della Commissione Giustizia ha nominato i seguenti relatori: al ddl penale un deputato Pd ed uno M5s, al ddl riforma del Csm un Pd ed un M5s, per la commissione d'inchiesta sui magistrati un Pd ed un Leu - dice - Non vogliono che altri ci mettano le mani. O non si rendono conto della gravità del momento o hanno qualcosa da nascondere».
Ora il rischio è che lo scontro si sposti anche sul terreno già incandescente della riforma della giustizia: «Due relatori su due di sinistra rappresentano un precedente pericoloso. La scelta assurda di nominare uno del Pd e uno di Leu per le proposte di legge di Lega, Fi e Fdi sull'avvio di una Commissione d'inchiesta sull'uso politico della magistratura è una follia - attaccano il capogruppo della Lega in Commissione Giustizia Roberto Turri e Igor Iezzi, capogruppo in commissione Affari costituzionali - Peraltro il duo Conte-Ceccanti aveva già espresso parere contrario all'istituzione di questa commissione. Il presidente Fico non ha nulla da dire? Una infrazione dei rapporti parlamentari all'interno della maggioranza che sostiene un governo di unità nazionale di cui terremo sicuramente conto». A esprimere i due relatori sono stati il presidente della commissione Affari costituzionali Giuseppe Brescia (M5s) e della commissione Giustizia Mario Perantoni (M5s). Che replicano a stretto giro: «I relatori svolgeranno il loro lavoro per le commissioni e non per parti di esse, è scorretto un giudizio preventivo di alcuni colleghi su quanto andranno a fare - dicono in una nota congiunta -. Noi confermiamo la nostra fiducia in Federico Conte e Stefano Ceccanti e siamo certi che faranno un ottimo lavoro». Non basta, perché ormai il fuoco è divampato. Il capogruppo azzurro a Montecitorio Roberto Occhiuto ricorda che «noi sostentiamo convintamente un governo di unità nazionale, ma non siamo azionisti di minoranza all'interno della maggioranza: pretendiamo rispetto e pari dignità». E Maurizio Gasparri (Fi) chiede chiarezza sul ruolo dell'ex magistrato Piercamillo Davigo: «Una faida che coinvolge protagonisti di primo piano della storia giudiziaria italiana. I nomi sono sui giornali da giorni e giorni. La vicenda che ha visto protagonista Greco, Davigo ed altri, giunge a lambire il Quirinale. Davigo dice di avere informato chi di dovere.
Vogliamo sapere con chi ha parlato e cosa ha detto». E ancora: «Salvi (procuratore generale della Cassazione, ndr) ha fatto un comunicato, ma deve spiegare di più, anche dei suoi rapporti precedenti con Palamara. Il Quirinale è stato informato? Ha agito?».
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