"La scuola non è immune dai focolai-Covid" Conte ora tentenna ma la Azzolina tiene duro

In Puglia docente contagia 50 persone. E lo "sceriffo" De Luca chiude gli asili

"La scuola non è immune dai focolai-Covid" Conte ora tentenna ma la Azzolina tiene duro

Contagio «colossale». A Rodi (Garganico) una maestra elementare, risultata positiva, ha innescato il temuto effetto-domino che finora ha contagiato oltre 52 persone (39 bambini e 13 insegnanti).

Il focolaio, di cui ha riferito La Repubblica, ha spinto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, a chiudere tutte le scuole, seguendo l'esempio del suo collega campano, lo «sceriffo» Vincenzo De Luca (che da lunedì chiuderà anche nidi e asili e ieri non ha mancato di esibirsi via social nel consueto monologo in stile-Crozza). De Luca-Zelig ha preso in giro l'«unica bambina al mondo, cresciuta a pane e plutonio, che piange per andare a scuola» e la sua «mammina di tendenza» che ha trasformato la figlia in «un ogm». Bene, bravo, bis.

Intanto la clamorosa vicenda di Rodi Garganico ha spinto l'altra sera il premier Giuseppe Conte a confrontarsi coi capi delegazione delle forze di maggioranza per «fare il punto sulla situazione della scuola». Un summit dal quale è uscita indebolita (ma non sconfitta) la linea «aperturista» della ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina, imperterrita nel sostenere che «le scuole sono luoghi a limitato rischio-Covid»; stessa «certezza» per la sua collega dei Trasporti, Paola De Micheli, sempre pronta a garantire sulla «sicurezza di bus e metropolitane». A smentire Azzolina e De Micheli - ancor prima dei numeri - dovrebbe essere il buon senso, dote di cui entrambe sembrano però deficitarie, al pari di un'altra qualità, forse, non del tutto superflua per i titolari di due importanti dicasteri come i loro: la competenza.

Fatto sta che nel vertice di ieri Conte si è parzialmente ricreduto rispetto al mantra azzoliniano della scuola «immune» da Coronavirus. Lasciando intendere che nei prossimi giorni, almeno nelle regioni più colpite dalla seconda ondata di infezioni, la strategia da seguire potrebbe essere proprio quella già anticipata dalla coppia Emiliano-De Luca e in parte adottata (se pur in maniera più soft) dal governatore lombardo, Attilio Fontana. «Il numero di casi riportati nelle scuole ha scritto il professor Luigi Lopalco nella sua veste double face di «epidemiologo di fiducia» di Emiliano e assessore alla Sanità pugliese - rispecchia la fotografia della distribuzione del virus nella popolazione esterna. In realtà da quando è partita l'attività didattica ad oggi sono stati segnalati 1.121 casi di positività fra la popolazione di età 6-18 anni, corrispondenti all'11% dei casi totali. Questa percentuale era del 6% nella settimana dal 17 al 22 settembre e dell'8% nella prima settimana di apertura della scuola. L'aumento della proporzione di casi in quella fascia di età è dunque sicuramente contemporaneo alla riapertura della scuola nella nostra regione».

Ma la ministra Azzolina non si rassegna all'evidenza e, come già fatto con i governatori De Luca e Fontana, ha scritto una bella lettera di reprimenda anche a Emiliano. Il concetto è sempre lo stesso: «Le scuole restano tra i luoghi più sicuri. Siete pregati di trovare soluzioni alternative alla chiusura degli istituti».

Una battaglia che vede al fianco della Azzolina anche la gran parte del corpo docente e dei genitori degli studenti: categorie che vedono il ritorno alla didattica a distanza come fumo negli occhi. In tutti i sensi. Ma, proprio per questo, ideale per un governo che, del «fumo», ha fatto la sua ragion d'essere.

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