Se citofonando... il peggio della settimana

Tra citofoni e cravatte appese al muro il peggio della settimana

Se citofonando... il peggio della settimana

È il giorno del voto. Del silenzio. Della scelta. La campagna elettorale è finita. Le urne di cartone si stanno riempiendo. Piano piano. Lo spoglio è vicino. Il risultato tanto atteso sta per arrivare. Cosa cambierà per il Paese? Nulla. A meno che Conte non decida di dimettersi. Cosa improbabile. Molto. Chi molla la poltrona? Mancano poche ore ancora e lo scopriremo. Peccato, però, che sia già finita. Il clima da campagna elettorale ha ravvivato gli animi, risuscitato i morti. Inebriato i big. Insomma, la politica in questi giorni ci ha regalato delle perle. Pregiate. Rare. Per fortuna.

MATTEO SALVINI

Questa settimana il “capitano” si è superato. Ha dato il massimo. Dopo i baci alle forme di parmigiano, le uova crude, i tortellini e le sniffate di soppressata arriva anche la citofonata. “Scusi, lei spaccia?” ha chiesto Matteo Salvini al citofono di una famiglia tunisina. Non lo avesse mai fatto. Argomento di dibattito e discussione per giorni. La sinistra ha gridato subito allo scandalo: “è razzismo” hanno sbraitato. Alcuni, perfino, hanno paragonato Salvini al capo squadrone della “morte”. In molti vorrebbero attaccarsi al citofono della casa del leader della lega. Così, tanto per. Giusto per non fargli chiudere occhio. O, magari, fargli qualche domanda scomoda come un consigliere comunale grillino che ha citofonato alla sede della Lega di via Bellerio: “scusate, sono qui i 49 milioni?” ha chiesto. Il “capitano” è irrintracciabile. In questi giorni ha trasferito la sua residenza in un luogo non identificato dell’Emilia-Romagna. Certo, Matteo poteva anche evitarsela la citofonata. Dopo 154 comizi e migliaia di selfie non sa più cosa inventarsi. Bisogna capirlo. Sarà colpa del colesterolo?

LE SARDINE

Loro si sono ubriacati di popolarità. È colpa della TV. Hanno inseguito Salvini per tutta l’Emila e oltre. Hanno pure citofonato al tunisino. Non per chiedergli l’erba eh, ma per scusarsi. Hanno detto “no all’odio”, ma sono i primi ad odiare. Da un lato le manifestazioni del centrodestra, dall’altra loro, i pesciolini, capitanati da Mattia Santori. Vorrebbero impedire ai leghisti di esprimersi e parlare. Chi è fascista? Santori, questa settimana, si è superato. Ha dato il peggio. A Di Martedì, su La7, rispondendo ad una semplicissima domanda del direttore Sallusti “Fareste o no la prescrizione dei processi?" ha risposto: “Ma lei Sallusti se un bambino autistico quando gli passa un pallone da basket questo ritrae le mani, come riesce a passargli la palla e fare in modo che questo la raccolga con le mani che non sa usare?" Ci sono commenti da fare? Ah, fosse stato uno di destra a fare un paragone con un bambino autistico. Cosa sarebbe successo?

NICOLA LODI

Chi è? Direte voi. È il vicesindaco di Ferrara. Un leghista. Non li ha mandate a dire. In una lunga diretta facebook ha detto ai suoi avversari: “Dopo le elezioni vi facciamo un culo così…” Come fosse una minaccia ha aggiunto: “Uso questo linguaggio istituzionale: quando lunedì sera governeremo questa Regione (l’Emilia-Romagna ndr) voi scomparirete, vi nasconderete nei vostri meandri.” Ammazza. Meno male che è ferrarese. Fosse stato calabrese sarebbe stato un problema. Grosso.

SILVIO BERLUSCONI

Il Presidente è stato crocifisso. Per cosa? Una semplice battuta durante un comizio elettorale in Calabria. “Alla mia sinistra c’è Jole Santelli, che conosco da 26 anni… non me l’ha mai data.” Ha detto il leader di Forza Italia dal palco di Tropea. Le femministe si sono subito fatte sentire. Scatenate. Ma dov’è finito il sarcasmo? Che fine ha fatto l’ironia? Il politicamente corretto ha rovinato il Paese. Per fortuna Jole balla. E se ne frega.

NICOLA ZINGARETTI

E il match sullo spot di Porta a Porta. “A Salvini consentito dalla Rai un solitario comizio durante l'intervallo della partita Juventus-Roma in piena campagna elettorale per l'Emilia - Romagna. Mai così in basso, altro che libertà e autonomia e lo chiamano servizio pubblico". Attacca sofferente Zinga. Un favore politico quello del vespone nazionale? Non sembra. Trattasi di errore. Mamma Rai ha subito riparato. Come? Stesso spot, stessa domanda anche per Zingaretti. Tutto nel break pubblicitario tra una puntata e l’altra di Don Matteo. La beffa per il leader della Lega? Zinga ha fatto più share. Qualcuno ha sentito Salvini lamentarsi?

LUIGI DI MAIO

Gigi ha gettato la cravatta. Ha mollato il Movimento 5 Stelle. Troppe serpi, ha detto. Lui ci vede lungo, “non si sa mai mi colpisca il virus cinese”. Avrà pensato.

Visti i rapporti con Xi Jinping. Ora la sua cravatta è stata riposta in una teca all’interno della Camera. Dei deputati, si intende. Quasi fosse una reliquia. Tanto al San Paolo mica serve. Lì basta il cestino. Delle bibite.

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