Se il magistrato cade dall'altare

Per lungo tempo la sinistra si è illusa di poter usare le aule giudiziarie come succursali dell'arena politica, ammantandosi di una fantomatica superiorità morale in nome della pubblica genuflessione ai sacerdoti del terzo potere. Oggi non è più così,

Se il magistrato cade dall'altare

Per stare soltanto alla cronaca degli ultimi giorni: un magistrato che impone alle allieve clausole vessatorie a sfondo sessuale, minigonne e tacchi alti, guai a sgarrare. Magistrati che premiano colleghi magistrati nell'aggiudicazione di ville lussuose all'asta.

A Salerno un giudice viene arrestato perché avrebbe favorito imprenditori amici nelle cause civili ottenendo in cambio denaro a beneficio di una società sportiva assieme a cucine e impianti di climatizzazione per un agriturismo. A Perugia un Pm rischia una condanna a dieci anni e sei mesi di reclusione: è accusato di violenza sessuale, concussione, corruzione in atti giudiziari, rivelazione del segreto d'ufficio, detenzione di materiale pedopornografico. In breve, il magistrato è accusato di aver fatto sesso con donne e trans promettendo in cambio pareri favorevoli alle scarcerazioni e alle richieste di permessi di soggiorno. A ottobre l'atto di accusa della procura di Caltanissetta contro il cerchio magico dell'antimafia, imputata eccellente è l'ex presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo, a processo per corruzione e abuso d'ufficio.

Il principio costituzionale della presunzione di innocenza vale per ogni cittadino, toghe incluse, eppure dalla sequela di magistrati finiti alla sbarra si potrebbe concludere che il re è nudo. Terminata l'ondata di pubblica indignazione contro la classe politica incarnazione suprema della Casta, colpevole anche quando innocente, disonesta anche quando onesta, si scopre di colpo che i magistrati non sono una categoria apollinea, scevra dalle umane tentazioni, anche tra giudici e Pm esistono le mele marce, gli incorruttibili e i corrotti, gli integerrimi e i reprobi. I presunti moralizzatori finiscono moralizzati, qualcuno evoca una «magistropoli» inedita, indubitabilmente il primato morale dell'ordine giudiziario si rivela la più clamorosa fake news degli ultimi vent'anni, una colossale fandonia alla quale non crede più nessuno.

Per lungo tempo la sinistra si è illusa di poter usare le aule giudiziarie come succursali dell'arena politica, ammantandosi di una fantomatica superiorità morale in nome della pubblica genuflessione ai sacerdoti del terzo potere. Oggi non è più così, Renzi non perde occasione di ribadire che la «subalternità culturale alla magistratura» ha rappresentato un gigantesco errore compromettendo la separazione dei poteri e diventando, di fatto, anticamera di una Repubblica giudiziaria.

Non sarebbe male se chi ha indossato in questi anni la veste di implacabile fustigatore del malcostume politico applicasse la stessa teutonica inflessibilità anche nei confronti di quei magistrati che, con i loro comportamenti inopportuni o addirittura criminosi, ledono il prestigio e l'autorevolezza dell'intera categoria.

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