Se persino un trans può diventare regina di Miss Italia

Luxuria lancia la sfida: "Anche chi è come me ha diritto a partecipare alla gara". E sul web si scatena il dibattito

Se persino un trans può diventare regina di Miss Italia

Basta col solito tran tran . Meglio un eccitante trans trans . Quest'anno ancora no. Ma nel 2015 sarà, forse, possibile. Possibile cosa? Che ad essere incoronata reginetta del concorso Miss Italia sia una concorrente non «nata donna», ma «diventata donna» - diciamo così - in un secondo momento.

A far scoppiare il caso è stata Luxuria che, dopo aver preso a male parole agli spacciatori del suo quartiere, ora gliele canta pure a Patrizia Mirigliani (ineffabile demiurga di Miss Italia), rea di «discriminare» eventuali candidate-trans dalla gara per l'elezione della più bella del reame. A fianco di Luxuria ci sarebbe anche Simona Ventura, la neoconduttrice della kermesse (in onda da Jesolo su La7 nei giorni 11-12 e 14 settembre), oltre a un (trans)versale gruppo di pressione che della «tutela dei diritti delle minoranze sessuali» fa da sempre la propria bandiera. Un'operazione a tenaglia che avrebbe spinto la Mirigliani a non escludere per la prossima edizione l'apertura a concorrenti miss, sì donne, ma - per così dire - post operazione . Insomma, modello Casablanca. E pensare che prima del 1994 Miss Italia era negata perfino alle mamme e alle sposate. Fu il papà di Patrizia, il mitico Enzo Mirigliani, a eliminare il divieto.

Farà ora la figlia lo stesso con i trans? In attesa di sciogliere il dubbio, il «dibattito» è aperto. E va «fortissimo» in spiaggia. Roba da drizzare gli ombrelloni, ma anche da ammosciare i canotti. Dipende dai punti di vista. Certo è che in riva al mare (soprattutto se il tempo fa schifo) si twitta che è un piacere. E così la signora Adalgisa, 56 anni, casalinga, ma con tanto di nikname ( Scriccy ) ritwitta conciliante al tweet indignato di Vladimir Luxuria - il fu Wladimiro Guadagno - la quale «ha cambiato sesso e affrontato - si legge sul suo sito ufficiale - un percorso di transizione completo, che le porta ad essere riconosciute come donna anche dallo Stato). La «battaglia civile» del noto transgender è di quelle che sforacchiano le carni vive della società italiana: «Sarò giurata al concorso di Miss Italia quando toglieranno l'articolo 2 che dice no alle trans operate! Perché io sì e le altre no? Solo perché sono famosa?». Già, perché la Vladi è «famosa». Fa-mo-sa. Fatto sta che la Adalgisa (pardon, Scriccy ) non è d'accordo con la posizione dell'ex Wladimiro, cui manda a dire: «Da etero ti dico che era meglio se andavi come giurata a Miss Italia per far cambiare mentalità. Sarebbe stato un passo avanti...». E giù critiche agli organizzatori di Miss Italia, i quali «non permettono l'iscrizione a chi si opera ed è donna riconosciuto dallo Stato». Ma che scandalo: «Si tratta di un'assurda discriminazione fuori dal tempo…». Osservazioni che hanno fatto fischiare le orecchie alla signora Mirigliani, la quale - come detto in precedenza - starebbe meditando di eliminare (se non in questa edizione, probabilmente nella prossima) il famigerato art.2, liberalizzando la partecipazione a Miss Italia anche alle concorrenti «diventate donne» e non solo a quelle (come recita l'attuale regolamento) «nate donne». Differenza - capirete bene - non da poco.

Come sta imparando a sue spese quella miss mancata di Selvaggia Lucarelli che nel 2010 dette (simpaticamente) del trans a una concorrente, Alessia Mancini, guadagnandosi da quest'ultima una querela per diffamazione che ha regalato alla vera miss Alessia tanta pubblicità e all'aspirante miss Selvaggia un tragicomico processo, con probabile tragicomica condanna. Chi proprio non avesse nulla da fare, può andare il 27 maggio al tribunale a Milano e godersi la sentenza. Sempre meglio di una puntata di Forum con la Palombelli...

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