Senza seggiolino: genitori colpevoli

Per la morte della figlia, stessa pena dell'investitore che era ubriaco

Tiziana Paolocci

L'hanno vista morire davanti ai loro occhi, stretta tra le braccia. E ora dovranno scontare la stessa pena dell'uomo responsabile dell'incidente stradale nella quale la figlioletta ha perso la vita.

I giudici del Tribunale di Como hanno inferto una pena esemplare a una coppia di genitori, che non aveva assicurato la piccola al seggiolino. La tragedia, in cui ha perso la vita Aurora Sigi, sedici mesi appena, è avvenuta un anno e mezzo fa a Cantù, nella frazione di Vighizzolo.

La notte tra il 2 e il 3 maggio 2017 Manuel Sigi, che oggi ha ventinove anni e la moglie Vanessa Cunio, che ne ha ventisette anni, si sono messi in macchina insieme alla figlia. Invece di proteggerla, legandola al seggiolino fissato nella parte anteriore della vettura, hanno scelto di far viaggiare la bambina sul sedile davanti, in braccio alla mamma, mentre il padre accanto guidava.

La Lancia Y su cui viaggiava la famiglia, giunta all'incrocio tra viale Italia e via Rossini, è rimasta però coinvolta in un incidente, provocato da una Skoda Fabia. Al volante Fabio Pozzoli, operaio di 35 anni, che per svoltare ha tagliato la strada alla Lancia. Aurora ha urtato violentemente la testa sul vetro ed è morta per trauma cranico e facciale riportato nell'incidente. Trasportata in pronto soccorso è stato inutile, infatti, qualsiasi tentativo dei medici di strapparla all'atroce destino.

Poco dopo Pozzoli viene arrestato e portato nel carcere del Bassone, prima di ottenere i domiciliari, nell'abitazione dei suoi genitori a Cantù. Dalle indagini del carabinieri emerge che è stato lui a provocare l'incidente, facendo quella manovra azzardata in condizioni di scarsa visibilità e pioggia. Dalle analisi effettuate sul soggetto si scopre anche che era alla guida con un tasso alcolico pari a 1,38 milligrammi di alcol per litro di sangue, a fronte di un limite massimo consentito, che la legge fissa alla quota di 0,5.

Anche la mamma e il papà della piccola vittima finiscono sul registro degli indagati della Procura. Il sostituto procuratore Antonio Nalesso, infatti li accusa di aver omesso di assicurare la piccola ad un seggiolino idoneo al trasporto dei bambini, da collocarsi ovviamente sul sedile posteriore.

La Lancia Y, inoltre, era sottoposta a fermo amministrativo e quindi non abilitata alla

circolazione, con freni e pneumatici ritenuti «non efficienti». In Tribunale a Como, davanti al Gup Laura De Gregorio, la coppia ieri ha patteggiato una pena a 16 mesi, la stessa a cui è stato condannato anche l'operaio.

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