Sfida all'ultimo voto Trump-Harris (e lo spettro dell'elezione "sospesa")

Testa a testa negli Stati-chiave, timori di tempi lunghi per proclamare il nuovo presidente. Eminem e Obama salgono sul palco per Kamala

Sfida all'ultimo voto Trump-Harris (e lo spettro dell'elezione "sospesa")
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A due settimane dalle elezioni americane del 5 novembre Kamala Harris e Donald Trump rimangono testa a testa nei sette stati chiave, confermando l'ipotesi di una battaglia all'ultimo voto, e soprattutto il rischio che il risultato non arrivi alla chiusura dei seggi. La fotografia scattata dall'ultimo sondaggio di Washington Post e Schar School mostra che i due rivali sono praticamente alla pari: tra gli elettori registrati il 47% dice che sosterrà sicuramente o probabilmente Harris, e un altro 47% Trump. Tra i probabili elettori, invece, la vicepresidente arriva al 49% contro il 48% dell'ex comandante in capo. La percentuale di coloro che non sono impegnati con uno dei due candidati è scesa dal 42% al 26% negli ultimi cinque mesi, confermando che sono sempre meno gli indecisi, e per questo considerati fondamentali in stati che potrebbero essere vinti o persi con un margine minimo. Anche la media di RealClearPolitics dà Harris e Trump testa a testa nei sette stati in bilico, con il tycoon avanti dell'1,2%, un vantaggio dentro il margine di errore.

Più di 15 milioni di americani, scrive il Wall Street Journal, hanno votato in anticipo di persona o per posta, inclusi 5,3 milioni negli «swing states», secondo i dati dell'Election Lab dell'Università della Florida. Negli stati in cui gli elettori si registrano per partito, circa il 47% dei voti anticipati è stato espresso dai democratici, il 33% dai repubblicani. Un margine inferiore rispetto allo stesso periodo di quattro anni fa, nel pieno della pandemia di covid, quando i dem avevano toccato circa il 52%, rispetto al 24% dei repubblicani.

Il vero interrogativo, tuttavia, riguarda il rischio che per avere un risultato definitivo occorra non solo attendere oltre la lunga notte elettorale, ma addirittura giorni o persino settimane come successe nel 2000. I due partiti hanno assunto schiere di avvocati specializzati in legge elettorale, e arruolato eserciti di osservatori elettorali con il compito di monitorare da vicino le procedure di voto nei seggi. I repubblicani si concentrano sul monitoraggio del voto per corrispondenza e anticipato, mentre i democratici sulla protezione del diritto di voto.

Trump e Harris, intanto, continuano i comizi ai quattro angoli del Paese. Il tycoon è tornato sul tentato assassinio in Pennsylvania sostenendo di essere sopravvissuto grazie alla mano di Dio. Parlando all'elettorato cristiano in un incontro in North Carolina ospitato da un gruppo di pastori conservatori, l'ex presidente ha sottolineato: «La mia fede ha assunto un nuovo significato il 13 luglio dopo essere stato sbattuto a terra da quella che mi sembrava una mano soprannaturale». «Mi piace pensare che Dio mi abbia salvato per uno scopo, ed è quello di rendere il nostro Paese più grande che mai», ha aggiunto.

Harris, invece, durante un'intervista con Maria Shriver a un evento con l'ex repubblicana Liz Cheney in Michigan, ha affermato che la posta in gioco a queste elezioni la «tiene sveglia la notte». E intanto un'altra superstar, il rapper Eminem, scende in campo per sostenere la sua campagna.

Secondo fonti della Cnn, Bruce Springsteen sarà giovedì ad Atlanta al fianco della vicepresidente e di Barack Obama, anche lui impegnato personalmente per la sua elezione, e The Boss e sarà anche lunedì prossimo a Filadelfia, sempre insieme a Obama. Mentre ieri, a Detroit, ad introdurre l'ex presidente è stato Eminem, in una delle sue rare apparizioni pubbliche.

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