La delusione è forte. Il Cura Italia avrebbe dovuto essere un lavoro collettivo. La revisione del decreto con carattere di urgenza, che stanzia i primi 25 miliardi per l'emergenza legata alla diffusione del Covid-19, avrebbe dovuto rispettare le sensibilità presenti nell'intero arco parlamentare. E invece niente. La tanto decantata «cabina di regia»? Soltanto fumo negli occhi, a detta dei rappresentanti dei partiti di opposizione. Sono stati invitati a confrontarsi col governo e a fare proposte. Che poi sono state tutte (o quasi) falcidiate e archiviate in commissione Bilancio. E oggi nell'aula di Palazzo Madama, la mazzata finale: il governo presenterà la conversione del Cura Italia in legge apponendo oltretutto la fiducia. Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia non faranno ostruzionismo. Il senso di responsabilità - dicono - nei confronti di un Paese allo stremo è immutato nonostante il voltafaccia del governo. Però la delusione è forte. «Il coinvolgimento delle opposizioni non c'è stato», si lamenta il capogruppo della Lega, Massimiliano Romeo, nel corso del suo intervento al Senato. «Collaborare significa condividere non informare soltanto, una cabina di regia chiede decisamente dell'altro - continua -. Siamo totalmente insoddisfatti. Ci avete criticato per la frase di Salvini sui pieni poteri ma di fatto, i pieni poteri se li è presi il premier Conte».
Anche Silvio Berlusconi ha mostrato massima indignazione parlando con i suoi parlamentari. «Abbiamo offerto soluzioni per aiutare il Paese a uscire dalla crisi - si è sfogato il leader di Forza Italia - ma la maggioranza ci ha relegati al ruolo di spettatori. Hanno respinto tutti i nostri più significativi emendamenti. La fiducia? Una cosa a dir poco incomprensibile». «Dal governo un pericoloso atto di superbia - dichiara in aula la capogruppo azzurra Anna Maria Bernini -. La fiducia è il sigillo politico che chiude il cerchio della mancata volontà di coinvolgere le opposizioni nonostante l'appello alla collaborazione autorevolmente partito dal presidente della Repubblica. Appello a cui Italia ha risposto con lealtà e concretezza». Nel suo intervento il senatore azzurro Maurizio Gasparri si appella direttamente a Mattarella e poi boccia il decreto così come è uscito dalla Commissione bilancio. «È insufficiente - dice - non ci sono risorse adeguati per le imprese, gli autonomi, i commercianti, le partite Iva, i balneari, il popolo in divisa per il quale servono meno pacche sulle spalle e più soldi. Non ci sono i voucher per l'agricoltura e il turismo perché non si poteva disobbedire a Landini».
«Ci pesa votare contro - spiega Adolfo Urso di Fratelli d'Italia - soprattutto pensando a coloro che (medici e forze armate) sono impegnati in prima linea. Noi ci crediamo davvero a che tutti antepongano gli interessi nazionali a quelli di parte. Ma i nostri suggerimenti sono stati tutti bocciati, indipendentemente dal loro contenuto. Non si può affrontare la guerra con l'egoismo dei burocrati ma solo con la generosità degli arditi».
«Non avevamo spazi finanziari per accogliere tutte le proposte del centrodestra - si è difeso Antonio Misiani, viceministro all'Economia -, ma ne abbiamo tenuto conto. Una parte sono state accolte nel Decreto liquidità e una parte saranno inserite nel cosiddetto Decreto aprile». Il viceministro ha poi offerto un identikit approssimativo di quali sono i temi e le aree di intervento dei suggerimenti che verranno sfruttati nella revisione del Decreto liquidità. «Rafforzeremo - dice - gli ammortizzatori sociali, facendo tesoro delle sollecitazioni sul lavoro autonomo, lavorando sugli Enti locali, che sono in grande difficoltà e vanno aiutati perché sono la prima frontiera del sistema pubblico nella tenuta sociale del nostro Paese».
Risulta magro quindi il bottino di emendamenti firmati da esponenti delle opposizioni che sono passati durante il voto in commissione Bilancio.
Tra i pochi si segnalano: gli straordinari da pagare per tutti i componenti delle Forze dell'ordine che hanno prestato servizio durante l'emergenza (Forza Italia), l'emendamento della Lega sui volontari della Protezione civile, che potranno restare in servizio fino a 180 giorni consecutivi, e quello che sospende di un anno i termini sull'imposta di registro per la prima casa ai fini del riconoscimento del credito d'imposta (Fdi).Nel complesso, comunque, la bocciatura del Cura Italia, sostengono le opposizioni, è e resta inevitabile.
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