Il sindaco di Brindisi Riccardo Rossi ha presentato ricorso al tar contro il parere del Ministero della Transizione che ha autorizzato un deposito di gas Gnl in porto.
Il progetto è stato presentato da Edison, e si tratta di una delle infrastrutture che puntano alla decarbonizzazione dei trasporti. Su strada, un pullman o camion alimentato a gas garantisce una riduzione del 90% di emissioni di NOx, e di una quota inferiore tra il 40 e il 60% rispetto a un camion alimentato a diesel Euro VI. Ma sul trasporto marittimo, le quote aumentano. Le emissioni di zolfo vengono quasi azzerate, mentre si riduce di oltre il 90% l’emissione di SOx e ossidi di azoto.
La direttiva europea DAFI, che favorisce l’adozione del GNL per il trasporto pesante, prevede che l’Italia vada a coprire il fabbisogno marittimo con il 50% di gas naturale liquefatto entro il 2030. Data limite anche per l’autotrasporto, che però dovrà vivere la transizione per una quota pari al 30%. Per arrivare a questi risultati è necessario che l’intera rete europea sia ottimizzata per il rifornimento a GNL.
Obiettivo che già vede i primi risultati, dato che nel 2020 i mezzi stradali a GNL erano 2.904, il 40% in più rispetto all’anno precedente. Mentre le stazioni di rifornimento erano 6 nel 2016, oggi sono 104.
Dal 2010 a oggi il numero di navi alimentate a GNL è cresciuto con un ritmo tra il +20 e il +40% annuo, e oggi sono 84 le unità che sono in attesa di costruzione. Le linee dell’IMO in materia sono chiare: limitare il contenuto di zolfo nel carburante marittimo dal 3,5% dei carburanti tradizionali allo 0,5% per alcune specifiche aree. Oggi sono circa 450 le navi alimentate a gas in tutto il mondo, su una flotta mondiale di circa 80.000 unità. Ma sono destinate ad aumentare. Il Quadro Strategico Nazionale italiano prevede ad esempio che entro il 2025 nei porti marittimi vengano realizzati impianti sufficienti per il rifornimento delle navi, e che entro il 2030 ci siano punti adeguati per il combustibile GNL per tutte le tipologie di nave della rete TEN-T.
E invece il sindaco Riccardo Rossi, dei Verdi, appoggiato da tutto il centrosinistra, il deposito Gnl nel porto di Brindisi non lo vuole. E impugna l'autorizzazione al Tar. Il provvedimento del Ministero della Transizione trae origine, come si legge sul decreto, “dai pareri richiesti e non pervenuti da parte del Ministero delle Infrastrutture, del Comune di Brindisi, della Provincia di Brindisi e di Enac”.
Sempre nel decreto, si evidenzia che il Comune di Brindisi “ha comunicato che il Consiglio Comunale, convocato in data 26 luglio 2021, non ha statuito in merito per carenza del numero legale dei presenti ed ha inviato la delibera di Giunta comunale n. 230 del 26 luglio 2021 contenente la presa d’atto del parere espresso dai dirigenti competenti”. In sostanza il Comune prima non manda il parere nei tempi previsti, e poi impugna il decreto autorizzato al Tar.
L'operazione avviata da Edison rappresenta il primo esempio in Italia di piano integrato per l'approvvigionamento, lo stoccaggio e la vendita di gas naturale liquefatto, attraverso impianti di piccola scala. Una volta raggiunto il luogo di destinazione, il gas naturale liquefatto può essere subito utilizzato come carburante per il trasporto marittimo oppure può essere scaricato e stoccato in impianti di piccola scala (small scale) per poi essere distribuito alle stazioni di rifornimento di carburanti per l’alimentazione dei mezzi di trasporto pesanti oppure ad impianti industriali o piccole reti di distribuzione del gas non collegati alla rete di gasdotti.
Ma l'onorevole Mauro D'Attis, cordinatore regionale di Forza Italia, ha sempre difeso l'impianto come "opera strategica". E infatti lo stesso progetto, con identico deposito, è già stato realizzato l’anno scorso a Ravenna con grande soddisfazione del sindaco Michele De Pascale.
"Oggi si raccoglie il frutto del lavoro di molti anni. Chi è stato parte di questo processo di autorizzazione sa che qui si è cercato di portare a termine l'iter in breve tempo, ma senza faciloneria - ha detto il sindaco di Ravenna all’inaugurazione del deposito Edison- In Italia fare bene e fare presto fa notizia. Quello che inauguriamo oggi è un progetto strategico per il porto di Ravenna, per tutto il Paese e anche per l'Unione Europea”.
Il deposito di Ravenna, realizzato con un investimento di circa 100 milioni di euro, ha una capacità di stoccaggio di 20.000 metri cubi di Gnl e una capacità di movimentazione annua di oltre 1 milione di metri cubi di gas liquido, rendendo disponibile il Gnl per l’alimentazione di almeno 12.000 camion e fino a 48 traghetti all’anno. Durante il suo esercizio consentirà di evitare l’emissione di 6 milioni di tonnellate di CO2 e di azzerare quelle di particolato e di ossidi di zolfo.
L’impianto è stato realizzato nei 28 mesi previsti dalla tabella di marcia del cantiere. Nella fase di costruzione l’impianto ha visto il coinvolgimento di 60 imprese fornitrici locali, oltre 200 operai e 80 ingegneri che hanno disegnato e seguito l’esecuzione di tutti gli elementi del terminale.
Attraverso il nuovo deposito, il Gnl acquistato a Barcellona verrà portato nel nostro porto con la nave metaniera Ravenna Knutsen. "Siamo orgogliosi di annunciare oggi l’inaugurazione di una nuova infrastruttura altamente strategica per il Paese e coerente con la strategia di contrasto ai cambiamenti climatici. Il GNL ha un ruolo cardine di accompagnamento della transizione energetica, in quanto permette di avviare subito il processo di decarbonizzazione dei trasporti marittimi e pesanti, dove altri tipi di soluzioni e tecnologie non sono implementabili su larga scala se non nel lungo termine – ha detto Nicola Monti, amministratore delegato di Edison –Grazie a questa nuova infrastruttura, alla posizione unica che Edison ricopre in Italia, quale importatore long-term di GNL, e alla disponibilità di una nave metaniera Small Scale, avviamo un nuovo canale di approvvigionamento sicuro e competitivo, che riduce la dipendenza dalle importazioni via autobotte dall’estero, e potrà favorire la diffusione del Gnl nei trasporti anche in zone d’Italia dove ad oggi non risultava accessibile o competitivo".
All’inaugurazione a Ravena partecipò anche l’allora viceministro delle Infrastrutture Teresa Bellanova "Con questo progetto prosegue l'impegno sulla via della decarbonizzazione e sulla differenziazione delle fonti. Un progetto importante che conclude un lavoro avviato da tempo e che segna un punto di inizio per opportunità concrete non solo per il Porto di Ravenna, ma per l'intero settore”. Ma che la viceministro pugliese forse non potrà vedere nella sua regione.
“A Ravenna la transizione energetica si sta facendo in maniera concreta, con innovazioni sostenibili su trasporti navali e autotrasporto - ha detto il sindaco De Pascale-Il porto di Ravenna è un luogo dove si può investire, perché l'amministrazione è amica di chi vuol investire. Questa impresa industriale sarà un bel biglietto da visita per la nostra città. Abbiamo sviluppato grandi capacità, un alto livello di professionalità ha contraddistinto questo progetto. Fare bene e fare presto sono metodi che in Italia, ahimè, fanno notizia.
Ma in 18 mesi siamo riusciti a passare da una fase di progetto alla realizzazione di un impianto fondamentale per il futuro energetico nazionale, per cui da qui si prenda spunto per proseguire con progetti analoghi sul territorio italiano”.Non a Brindisi, dove Rossi, il Sindaco verde, il deposito verde non lo vuole.
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