Sindaco contro la ferrovia: "Impatta sui nostri alberi"

Ci risiamo, c'è chi dice "no" ad un'altra grande opera finanziata con i soldi del Pnrr

Sindaco contro la ferrovia: "Impatta sui nostri alberi"
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Ci risiamo, c'è chi dice «no» ad un'altra grande opera finanziata con i soldi del Pnrr. Questa volta è il sindaco di un piccolissimo comune delle Marche, in provincia di Ancona, Serra San Quirico, a voler fermare le ruspe e gli operai già pronti a mettersi a lavoro per raddoppiare la linea ferroviaria Orte - Falconara. Sì, perché la gara per l'affidamento dei lavori dovrebbe partire già in questi giorni. Eppure, c'è chi si è messo di traverso come il primo cittadino Tommaso Borri che, in nome della tutela dell'ambiente, ha depositato un ricorso al Tar del Lazio di 41 pagine per chiedere lo stop. Niente deve disturbare la quiete del suo territorio. Nulla (tantomeno Rfi) deve urtare la tranquillità dei 2.552 serrani. Figuriamoci stravolgerne l'esistenza con ben 2 nuovi binari. Così un'infrastruttura importante per la mobilità del Paese, strategica per collegare il centro al resto d'Italia e d'Europa rischia di impantanarsi. Di fermarsi. Nonostante l'iter per la realizzazione (stranamente) fosse quasi completato. «L'intervento provoca gravi danni alle attività economiche, sulla qualità della vita, sull'ambiente, sulla fauna e sulla flora e sulle risorse del sottosuolo» è la motivazione scritta nera su bianco nel ricorso depositato dal comune con l'appoggio delle associazioni ambientaliste che sperano che il Tar gli dia ragione e bocci la grande opera da 775 milioni di euro: 445 milioni finanziati grazie al Pnrr e 330 milioni dal contratto di programma 2022/2026. Ma ci sono gli alberi da preservare come il Pioppo nero, la Rovellara, il Leccio e il Carpino nero. Nessuno osi sradicarli. Nessuno osi scavare buche. Le 101 pagine di rassicurazioni scritte da Rfi e mandate al comune di Serra San Quirico il 3 maggio del 2022 sono servite a poco, Tommaso Borri non ne vuole che sapere, nemmeno di parlare con noi. A filtrare le chiamate è la moglie: «se vuole la richiama». Nel mirino del sindaco guerriero ci sono tutti gli enti che hanno espresso parare favorevole alla realizzazione dell'opera. Tutti gli apparati dello Stato. Tutti colpevoli (a dire del sindaco) di aver dato il via libera ad un'infrastruttura «altamente impattante per il territorio». A firmare il ricorso oltre al sindaco anche l'avvocato pugliese Fabrizio Lofoco, lo stesso che ha tentato (invano) di bloccare la prima opera del Pnrr, il nodo ferroviario di Bari Sud. E mentre c'è chi urla alla catastrofe ambientale ed economica per l'entroterra della provincia di Ancona, Rfi ci tiene a sottolineare come il raddoppio della ferrovia sia solo un bene per la provincia. «Aumento della fruibilità dei territori» e anche il «miglioramento della qualità dell'aria».

Ma non solo, perché grazie alla Orte Falconara l'offerta ferroviaria crescerebbe del «+150% con molti più treni ogni giorno» come anche la velocità che aumenterebbe «fino a 200 chilometri orari» con una linea nuova, moderna e non vetusta. Ma questo non basta al sindaco e al coro del no che aspettano con ansia il responso del Tar del Lazio. La parola ai giudici. E le ruspe restano ferme.

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