È guerra fredda tra il Pd emiliano e il mondo delle cooperative rosse. A seguito di una denuncia dei carabinieri presentata lo scorso dicembre da Isabella Conti, sindaco renziano di San Lazzaro di Savena, la procura di Bologna ha chiesto un supplemento di indagini e ha iscritto nel registro degli indagati cinque tra amministratori e imprenditori, colpevoli di aver pressioni nei confronti del primo cittadino che aveva bloccato un maxi-progetto edilizio di 582 alloggi.
Gli indagati sono: Simone Gamberini, direttore generale di Legacoop Bologna; il sindaco del Comune di Castenaso, Stefano Sermenghi; l’ex sindaco di San Lazzaro, Aldo Bacchiocchi; l’imprenditore Massimo Venturoli; l’ex presidente del Collegio dei revisori del Comune di San Lazzaro di Savena, Germano Camellini. La trentaduenne Conti è stata eletta un anno fa dopo aver incentrato l'intera campagna elettorale contro il progetto della cosiddetta "Colata", la cui realizzazione era stata affidata a un consorzio misto tra due ditte private e due coop (la Cesi di Imola e la Coopcostruzioni). Come racconta il Corriere della Sera, Matteo Renzi in persona aveva chiamato la Conti per sostenerla e invitarla a continuare "a testa alta e senza paura", dopo le pressioni e le minacce ricevute anche via sms.
Il pm bolognese Rossella Poggioli e il procuratore aggiunto Valter Giovannini, ipotizzano, infatti, il reato di violenza o minaccia a un corpo politico,
amministrativo o giudiziario. Il caso vuole che anche l'indagato Stefano Sermenghi, sindaco di Castenaso, sia molto vicino al premier, tanto da aver scelto come assessore alla scuola proprio la sorella di Renzi, Benedetta.
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