La sinistra non smaltisce il ko. Via al regolamento di conti

Renzi accusa i dem e attacca Nardella sulle multe a Firenze. Ira di Letta: "Matteo non ne azzecca una da anni"

La sinistra non smaltisce il ko. Via al regolamento di conti

La minoranza, che prova a scaricare le sue tensioni interne sul centrodestra, è dilaniata. L'accordo per gli incarichi istituzionali non c'è. Le dichiarazioni del leader del Terzo Polo Carlo Calenda sono la fotografia del momento: «Con le altre opposizioni se sui singoli temi si trova un accordo benissimo. Per ora l'interlocuzione, da parte del Pd ma anche dei Cinque Stelle, è molto scarso», fa presente, mentre si reca all'Huffpost day, l'ex candidato a sindaco di Roma. Scarso per non dire nullo, considerata l'intesa che i dem e i grillini hanno trovato in principio di legislatura per tagliare fuori i terzopolisti dalla partita che si giocherà mercoledì. Quella che varrà per i vicepresidenti della Camera e del Senato, per i questori e per i segretari d'Aula. Lo stallo alla messicana, se mai è esistito, è già terminato. E ognuno pungola dove vuole.

Elly Schlein, l'astro nascente della sinistra dem, è ancora concentrata sulla ricerca dei franchi tiratori che hanno contribuito all'elezione d'Ignazio La Russa: «Una destra peraltro disunita che è stata aiutata da un soccorso vergognoso di una parte da un gruppo di senatori di minoranza che mi hanno ricordato i 101 franchi tiratori del 2013 contro Romano Prodi», tuona al Tg1.

E ancora: «C'è qualcuno che è dipendente dal tatticismo disperato, e che non ha nemmeno il coraggio di dichiararsi a fronte dei milioni di elettori ed elettrici che solo qualche settimana fa li hanno portati in Parlamento». Sembra l'inaugurazione dell'ennesima leadership targata giustizialismo. Un dettaglio passato in sordina: Matteo Richetti, candidato del Terzo Polo a presidente della Camera, ha potuto contare su tre voti in più. Saranno arrivati dagli scontenti della gestione odierna del Pd?

Matteo Renzi ha messo nel mirino politico il sindaco di Firenze Dario Nardella. Il primo cittadino ha ambizioni da segretario dem ma l'ex premier gli rammenta qualche elemento: «Per fare il sindaco di Firenze - dichiara l'ex premier a SkyTg24 - bisogna avere uno molto forte che ti spinge come è successo a Nardella: a lui è successo quando ho deciso di mandare la Saccardi in Regione, Giani in Regione e Nardella vicesindaco. Era un momento in cui me lo potevo permettere perchè avevo il 40% nel Paese e il 60% a Firenze e facevo il sindaco». Nardella è del resto un prodotto politico renziano che ha deciso di restare ancorato al Pd. Poi c'è la battaglia per le multe: «A Firenze negli ultimi tre mesi - aggiunge Renzi - c'è stata una esplosione di multe, +620%: questo è solo per far cassa. La lotta per la sicurezza stradale è per me una delle priorità più importanti da quando faccio politica: non posso accettare che si dica che noi siamo contro i temi della sicurezza stradale», osserva. Arriva così l'annuncio di una petizione pubblica: «Tutto il differenziale delle multe fatte in più quest'anno, se è vero che da parte del Comune non è per fare cassa, proponiamo che sia speso con il consenso delle associazioni che fanno battaglie sulla sicurezza stradale».

Per il numero due del Terzo Polo, ancora, il «king maker» dell'elezione di Lorenzo Fontana a Montecitorio è Enrico Letta, vertice di una segreteria al disarmo, che non ci sta: «Renzi non ne ha azzeccata una da anni», replica da Berlino. Di conti aperti, su quel lato di campo, ce ne sono a bizzeffe. E nessuno si nasconde più.

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