La sinistra inciampa di nuovo sulla politica estera. Stavolta sul rifinanziamento delle missioni all’estero.
In una riunione congiunta tra la commissione Difesa e la commissione Esteri, i deputati Laura Boldrini ed Erasmo Palazzotto, hanno espresso perplessità su questo provvedimento. Leggendo il resoconto della seduta congiunta di martedì si scopre, infatti, che la Boldrini “pur ringraziando i relatori per gli interventi svolti, non può fare a meno di rilevare nelle loro esposizioni l’assenza di una linea organica di politica estera e di difesa”. L'ex presidente della Camera, poi, mette anche in evidenza “la carenza di argomentazioni politiche a descrizione dei più ridotti impegni per la Siria e il Libano, Paesi appena tratteggiati dai relatori, come pure la Palestina, da dove l’Italia appare voler ritirarsi”.
Palazzotto concorda con la Boldrini “rispetto alla esigenza che nel prosieguo del dibattito emerga una linea di politica estera più chiara e coerente” ed esprime il suo imbarazzo per i sei mesi di ritard con cui il governo ha trasmesso la delibera al Parlamento che, ora "si ritrova nella condizione di dover formalmente autorizzare missioni già in essere e che hanno già dispiegato effetti giuridici". Per il deputato, passato da LeU al Pd solo qualche mese fa, siamo in presenza di "un vulnus democratico” e “ricorda che la legge-quadro descrive un iter preciso nel rapporto tra Governo e Parlamento che l’Esecutivo è tenuto a rispettare e che purtroppo è stato osservato soltanto nel 2017, in sede di prima applicazione della legge”. Palazzotto, dunque, si augura “il ripristino di un contesto di legalità, in cui il Parlamento non sia più mortificato e anche per prevenire che la presenza di personale civile e militare all’estero avvenga senza copertura legale e in assenza di un quadro democratico”.
Il deputato Salvatore Deidda, sentito da ilGiornale.it, si dice meravigliato che “tutte queste critiche arrivino da esponenti dem, dato che il ministro della Difesa è proprio del Pd”. Il meloniano spiega che il governo, generalmente, presenta sempre in ritardo questo documento che autorizza il rifinanziamento delle missioni internazionali, dando per scontato che il provvedimento passi senza grandi scossoni.
La richiesta di Palazzotto di censurare il governo per questo ritardo appare, dunque, alquanto pretestuosa. “Se il Pd accusa i propri ministri di violare la Costituzione, com'è possibile che la legislatura vada avanti?”, si chiede Deidda.
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