L'inchiesta sull'eolico piomba addosso a un esecutivo litigioso e profondamente diviso. E l'iscrizione del sottosegretario leghista Armando Siri nel registro degli indagati rischia di diventare un nuovo braccio di ferro tra i due azionisti di governo. Luigi Di Maio non aspetta molto a cavalcare l'inchiesta per mandare un messaggio netto a Matteo Salvini. "Se i fatti sono questi - intima il vice premier grillino - Siri si deve dimettere dal governo". I Cinque Stelle non sono mai stati garantisti e adesso sono pronti a usare questa bufera giudiziaria per regolare i conti con gli alleati leghisti. Che, però, fanno subito quadrato. "Lo conosco, lo stimo e non ho dubbio alcuno - replica Salvini - peraltro stiamo parlando di qualcosa che non è finito nemmeno nel Def".
"Va bene aspettare il terzo grado di giudizio ma c'è una questione morale...". Di Maio non lascia troppo margine a Salvini. L'inchiesta per corruzione che ha messo nei guai Siri, ora accusato di corruzione per aver agevolato le aziende vicine a Vito Nicastri, da un anno agli arresti domiciliari, offre ai Cinque Stelle una nuova occasione per attaccare apertamente il Carroccio. "Se c'è un sottosegretario coinvolto in un'indagine così grave - commenta il vice premier grillino a margine dell'Assemblea dei Presidenti delle Camere di commercio italiane - non è più una questione tecnico-giuridica ma morale e politica". La sua posizione è netta. "Non so se Salvini concorda con questa mia linea intransigente - dice - ma il mio dovere e tutelare il governo. Credo che anche a Salvini convenga tutelare l'immagine della Lega". Poi, però, augura a Siri di "essere innocente" e si dice pronto a "riaccoglierlo nel governo".
Una volta che Di Maio ha dato il via all'assalto, tutti i big del Movimento 5 Stelle sono usciti allo scoperto. Facendo sue le parole di Paolo Borsellino ("I politici non devono soltanto essere onesti, devono apparire onesti"), Alessandro Di Battista ha detto che Siri "deve dimettersi all'istante" per via "dei lavori e degli appalti che segue" a ministero delle Infrastrutture. "Nessun governo del cambiamento e nessun governo che si sta impegnando nella lotta alla corruzione - scrive su Facebook - può tollerare che vi sia un proprio esponente indagato per reati così gravi". Durissimo anche il grillino Nicola Morra, presidente della commissione Antimafia, che parla di accuse "inquietanti e gravi". "È lapalissiano questo filo che lega mafia e palazzi", incalza avvallando la richiesta di dimissioni avanzata da Di Maio.
La richiesta di Di Maio è caduta nel vuoto. La Lega ha, infatti, fatto immediatamente quadrato attorno al sottosegretario. "Abbiamo piena nella sua correttezza - fanno sapere dal partito di via Bellerio - l'auspicio è che le indagini siano veloci per non lasciare nessuna ombra". Anche Salvini è dello stesso avviso. In mattinata ha sentito Siri che gli ha confermato di non saper nulla dell'inchiesta per corruzione.
"È assurdo che lo abbia letto dai giornali... - commenta il leader del Carroccio - lo conosco, lo stimo, e non ho dubbio alcuno. Peraltro stiamo parlando di qualcosa che non è finito nemmeno nel Def". Quindi, la fiducia resta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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