È sotto gli occhi di tutti, anche dei fan: la loro pretesa rivalità artistica tra crew scade troppo spesso in una mera lotta tra bande rivali, come quelle tra balordi qualsiasi. Che non esitano a picchiarsi e a spararsi per un nonnulla, ogni scusa - soprattutto se è di quelle che «corrono» sul web, come un video che urta la sensibilità altrui - è buona. L'ordinanza firmata dal gip della Procura di Milano Stefania Donadeo ricostruisce un panorama deludente e violento sui rapper milanesi. E nell'individuare come responsabile di una duplice gambizzazione, quindi colpevole di tentato omicidio Shiva - all'anagrafe Andrea Rrigoni, 24 anni, rapper da cinque milioni al mese di ascolti su Spotify e quasi due milioni di follower su Instagram - ne delinea anche l'indole violenta e fuorilegge. Shiva infatti è accusato di aver sparato due «rivali» (entrambi vicini al trapper 21enne Rondo da Sosa, al secolo Mattia Barbieri, già a sua volta al centro di vicende giudiziarie, ma che stavolta non è indagato) che lo scorso 11 luglio avevano aggredito lui e i suoi amici fuori dagli studi di registrazione della casa discografica che produce anche il giovane cantante, la «Milano Ovest».
In quella sera estiva a Settimo Milanese - una ventina di chilometri a nord ovest di Milano - i due ragazzi milanesi seguaci di Rondo vennero entrambi colpiti da due proiettili alle gambe nel parcheggio degli studi di registrazione. Una vicenda che, per gli investigatori della squadra mobile e per la Procura, va inserita appunto nella faida con la crew riconducibile a Rondo. Sul posto la polizia aveva trovato solo uno dei due feriti, che aveva rifiutato il ricovero in ospedale sostenendo di avere solo una leggera abrasione alla gamba e rifiutandosi di raccontare quanto era accaduto. Poco dopo però un altro ragazzo si era presentato in un pronto soccorso con una ferita d'arma da fuoco a una gamba, dando spiegazioni confuse sull'origine della ferita e parlando di 5 ignoti aggressori.
L'inchiesta ricostruì che un mese prima, a Milano, c'erano state due risse in cui il gruppo di Rondo era stata messo ko. A quelle aggressioni era inoltre seguito un dissing, ovvero la presa in giro unita alla musica, con la diffusione di un video social in cui i «perdenti» venivano fatti oggetto di una pesantissima presa in giro a sfondo sessuale. Era scattato così l'agguato dell'11 luglio. Con i due giovani che, con un cappuccio calato sul volto, si vendicano assalendo il gruppo di Shiva nel parcheggio. Nelle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza si vedono bene tutte le fasi del raid, compresa la reazione del rapper, che impugna l'arma e spara.
La mattina successiva è lo stesso Shiva a scrivere su Instagram: «(...)Questo episodio non mi intimidisce, anzi mi rende ancora più forte. (...) Ringrazio i miei fan e lascio avviso a tutti: non giocate col fuoco se avete paura di bruciarvi, rispettate il prossimo perché sennò il karma vi colpirà duramente».
Anche per questo la gip Donadeo conclude nel testo dell'ordinanza in cui spiega la scelta del carcere per Shiva: «Vi è dunque concreto pericolo (...
) che, se rimesso in libertà, commetta altri gravi delitti della stessa specie di quello per cui si procede, atteso che le modalità e le circostanze dei fatti denotano una spiccata pericolosità sociale e una incapacità di autocontrollo certamente tali da rendere assai probabile la reiterazione di analoghi comportamenti delittuosi».
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