
Negli ultimi anni il «regno» della movida milanese che gravita intorno al centralissimo corso Garibaldi - quindi l'area che comprende anche corso Como e piazza Gae Aulenti - soprattutto nel fine settimana è stato preso di mira dalla microcriminalità di strada, avida di borsette e portafogli e naturalmente di qualche Rolex. Per questo è anomalo, e quindi pericolosissimo, l'agguato a colpi d'arma da fuoco avvenuto qualche minuto dopo la mezzanotte di mercoledì contro un cinese di 42 anni che ha rischiato la pelle. L'uomo, che abita ai limiti della zona Garibaldi con il quartiere di Chinatown, era reduce da una cena con un amico e stava tornando a casa, nella vicina via Marsala quando, accanto al portone di un locale notturno, è stato aggredito alle spalle da due sconosciuti con il volto parzialmente coperto dalla visiera di un cappellino e che gli hanno sparato. I proiettili solo per una caso fortunato lo hanno appena sfiorato, alla nuca e alla testa. «Ma chi lo ha assalito a quel modo, seppur maldestro e poco professionale, non voleva semplicemente redarguirlo o spaventarlo, era intenzionato a eliminarlo» spiegheranno più tardi gli investigatori della Squadra mobile. La vittima intanto, dopo la fuga dei suoi aggressori, raccoglie le forze e, nonostante perda molto sangue, rimane sempre cosciente e riesce così a raggiungere un bar di Largo La Foppa, a ridosso della fermata del metrò, e a chiedere aiuto. Sul posto arrivano un'automedica, un'ambulanza e naturalmente le «Volanti» della questura. Portato in codice rosso (il più grave) all'ospedale Niguarda, i medici si limiteranno a estrargli dal corpo le schegge dei proiettili e a medicarlo, finendo per tenerlo in osservazione fino a quando non si ristabilirà, visto che le sue condizioni non sono gravi.
Nel frattempo la polizia - guidata dal dirigente della Mobile Alfonso Iadevaia e dal suo vice Domenico Balsamo - dopo aver repertato i bossoli trovati sull'asfalto, si concentra sui fotogrammi registrati dalle numerose telecamere di sorveglianza della zona, per ricostruire l'esatta dinamica dell'assalto e, magari, riuscire a rintracciare i due killer. «Non mi pare di conoscerli» ha spiegato la vittima agli investigatori. Il cinese, che risulta incensurato, sostiene inoltre di non aver mai ricevuto minacce, nemmeno in passato. Tuttavia chi indaga è quasi certo che non possa essersi trattato di una rapina, movente che in questura si sentono di poter escludere a priori al momento.
Nel frattempo e sempre a proposito di sicurezza, ieri la Prefettura ha annunciato che l'ordinanza che a Milano istituisce le cosiddette «zone rosse» - perimetri urbani in cui sono vietati accesso e permanenza a individui considerati pericolosi oppure con determinati precedenti penali a proprio carico - sarà in vigore per altri sei mesi, fino al 30 settembre, e si estenderà inglobando ulteriori aree della città: via Padova, l'area delle Colonne di San Lorenzo, comprendendo l'hinterland con il quartiere dei Fiori a Rozzano.
L'obiettivo, ha spiegato il prefetto Claudio Sgaraglia nel corso della riunione settimanale del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, è quello di rafforzare ancora di più il contrasto alla criminalità e al degrado urbano.
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