Nessuna discriminazione o violazione della privacy con l'obbligo di green pass. Il Consiglio di Stato conferma la sentenza del Tar, che aveva respinto il ricorso di alcuni docenti contro la carta verde perché il diritto alla salute di tutti è prevalente. Anche il ministro della Salute, Roberto Speranza, torna a difendere il green pass come «pezzo essenziale della strategia del governo» per evitare la ripresa della pandemia e dunque al momento resta confermato così come gli altri strumenti messi in campo. La proroga dello stato d'emergenza se necessario; l'accelerazione della campagna vaccinale con due obiettivi: 90% della popolazione protetto e le terze dosi.
Sul booster per tutti però il ministro è ancora cauto. Le dosi ci sono ma per ora resta raccomandata «a tutte le persone che hanno più di 60 anni e che abbiano completato il ciclo vaccinale da sei mesi poi-dice il minsitro- valuteremo con la comunità scientifica».
Va però affrontato subito il nodo insegnanti che nella prima fase della campagna vaccinale son stati inseriti fra le categorie prioritarie, subito dopo gli operatori sanitari. Per molti di loro dunque anche se under 60 i sei mesi scadranno tra una quindicina di giorni. E infatti in Campania ad esempio per i docenti è già stato aperto il canale per la terza dose. E su questo fronte lancia un appello Mario Rusconi, presidente dell'Associazione nazionale presidi Lazio. «I dati dei contagi sono in aumento, il virus sta riprendendo a diffondersi. - dice Rusconi- Facciamo appello agli insegnanti che ancora non si sono vaccinati, che sono pochissimi, affinchè si vaccinino e a tutti i docenti affinchè si vaccinino, appena sarà possibile, con la terza dose».
Chi rifiuta il vaccino è stato ancora una volta «bocciato» anche dal Consiglio di Stato. Non c'è violazione della privacy perché grazie al modo in cui è stata implementata la app si verifica soltanto la veridicità del pass. Non c'è discriminazione verso chi non vuole vaccinarsi perché «il lavoratore è abilitato, ove non intenda vaccinarsi, ad ottenere il certificato verde con test differenti quali l'antigenico rapido». Infine il diritto della collettività ad essere protetta, evitando nuovi possibili contagi è prevalente perché riguarda la salute pubblica contro un diritto individuale sottolineando anche la «responsabilità specifica e rafforzata verso i propri studenti».
Anche l'ultimo monitoraggio dell'Istituto Superiore di Sanità conferma l'efficacia dei vaccini. Evidente se si guarda i numeri dei casi più gravi di Covid che richiedono l'ospedalizzazione: sono in stragrande maggioranza non vaccinati. E anche i giovani se non vaccinati finiscono in corsia. Nell' ultima settimana è aumentata l'incidenza in tutte le fasce d'età, in particolare tra gli under 12 per i quali ancora non c'è un vaccino autorizzato. Il 24% dei casi diagnosticati riguarda pazienti che hanno meno di 20 anni.
Per le ospedalizzazioni si deve guardare ai numeri relativi alla fascia 40/59 anni nel periodo che va dal 17 settembre al 17 ottobre. Tra i non vaccinati i ricoveri in area medica sono stati 989, l'80 per cento della popolazione di riferimento. Tra i vaccinati 192, il 15%.
In terapia intensiva i non vaccinati nello stesso periodo sono stati 111 ovvero l'84% contro i 16 non vaccinati, 12%. Colpisce il dato dei più giovani tra 12 e 39 anni. Il ricovero è stato necessario per 557 contagiati tra i non vaccinati e solo per 79 vaccinati. In intensiva sono finiti 31 non vaccinati e nessun vaccinato.
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