Spericolata rincorsa alla sinistra

Chissà se quella di Bonaccini è, per parafrasare Polonio in Amleto, della pazzia che non manca di logica oppure della logica che non manca di pazzia.

Spericolata rincorsa alla sinistra

Chissà se quella di Bonaccini è, per parafrasare Polonio in Amleto, della pazzia che non manca di logica oppure della logica che non manca di pazzia. Non gli bastava farsi fotografare con la falce e il martello, dirsi orgoglioso di essere stato comunista, riproporre l'idea, lanciata trentatre (!) anni fa da Antonio Bassolino, di chiamare l'allora Pci, Partito laburista. Nella spericolata corsa a sinistra, per far dimenticare non solo Renzi ma anche Veltroni, ieri il governatore emiliano ha sepolto il Jobs Act e reclutato Dino Giarrusso.

L'eurodeputato è uno dei grillini ormai ex più pittoreschi, in una compagnia già circense di suo, ma soprattutto fu uno dei più violenti contro il Pd, di Renzi, ma non solo. Non paghi, gli artefici dell'operazione hanno fatto recitare a Giarrusso un elogio di Berlinguer, davanti a una platea talmente poco persuasa che non sono mancati i fischi. E qui appunto non riusciamo a capire dove cominci la logica e finisca la pazzia, o viceversa. La ratio sarebbe quella di competere con Conte per la primazia a sinistra, in termini di voti, recuperando gli anti sistema delusi dall'avvocato? Ma allora perché non corteggiare pure Di Battista? E perché non ingaggiare perle come Toninelli o Barbara Lezzi? Se questo è il disegno, che a noi pare folle, ma con una sua logica, vale sempre la regola che l'originale è meglio della copia, e che un Pd grillinizzato, che scimmiotti i 5 stelle originali, difficilmente riuscirebbe a strappare consensi a Conte. Ma noi non crediamo che Bonaccini sia così sprovveduto. La sua intenzione ci pare piuttosto quella di cercare di tenere nel suo Pd tutte le sensibilità della sinistra, da quella riformista a quella nostalgica a quella nettamente anticapitalistica. Un po' come era nel Pci. Cosi come tipicamente comunista è l'ossessione di rincorrere tutto ciò che sta a sinistra del Pd per cercare di egemonizzarlo o comunque di allearvisi. Dietro questo disegno di Bonaccini c'è probabilmente la consapevolezza che il Pd non tornerà al governo per moltissimo tempo.

Veltroni e soprattutto Renzi cercarono di costruire un partito il cui obiettivo principale fosse governare il paese: da qui la necessità di abbandonare la demagogia, il pan sindacalismo, le mitologie classiste e soprattutto il coraggio di rompere alla loro sinistra.

Bonaccini invece pensa ad un Pd che, come il Pci di Berlinguer, debba essere più di lotta che di governo e che, per perseguire la strategia dell'obesità, come la chiamava lo storico Luciano Cafagna, possa reclutare anche i Giarrusso. Ma è assai probabile che, stavolta, l'obesità porti a un rapido collasso delle coronarie.

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