Sullo yacht Leila 2, dal nome della moglie di Aldo Spinelli (nel tondo), scomparsa nel 2021, si discuteva di affari e politica. Ed è un fatto, che lo scafo ormeggiato al molo di Marina Fiera Genova, ospitava il mondo che conta, che amministra e che decide, da destra a sinistra, come emerge dagli atti dell'inchiesta per corruzione che ha portato a dieci arresti, tra cui quello del governatore ligure Toti. I rapporti, gli Spinelli, gli imprenditori del porto per antonomasia, li avevano con tutti. Ecco Aldo, al figlio: «Eh vabbè Roby, tanto lo sanno tutti che siamo del Pd». Risponde l'altro: «Va beh, ma noi non siamo vicini a nessuno». Ancora il padre: «No, noi siamo con tutti, noi siamo imprenditori, giusto?». Era il modo di fare, di lavorare, ad essere vincente, da almeno «cinquant'anni» e ancora oggi.
Lo spiega un avvocato a Paolo Emilio Signorini, l'ex presidente dell'Autorità portuale, in carcere da martedì scorso per corruzione, in un'intercettazione captata dagli inquirenti. Spinelli ha «il sorriso, il girocollo, la battuta, la quinta elementare, però anche i coglioni... e soprattutto il quasi illimitato numero di persone che lui in qualche modo paga, o paga con simpatia con pranzi, con orologi, con dei soldi.. ma paga». Il mondo che conta, dicevamo.
Anche l'ex presidente della Regione Liguria, il dem Claudio Burlando, non indagato, in una telefonata intercettata il 4 novembre 2021 proprio con l'ex patron del Genoa e del Livorno si informa sulle sorti dei suoi affari:
«Allora, te lo danno o no?», con una domanda che secondo i pm è «diretta e allusiva al rinnovo della concessione del Terminal Rinfuse». Burlando è ospite dello yacht «lontano da sguardi indiscreti», dove molti dei vip ospitati, lasciavano i telefoni all'ingresso per conversare tranquilli. È il 29 ottobre 2021: insieme all'ex ministro dem, «a mangiare le lasagne» per pranzo, ci sono il vicepresidente dem del consiglio regionale Armando Sanna, Giovanni Battista Poggi, direttore strategie a progetti per la città del comune di Genova e Vittoria Canessa Cerchi, della segreteria del Pd genovese. E soprattutto c'è Giulio Schenone, azionista della compagine che gestisce i terminal di Pra' e Calata Sanità, che movimenta i volumi maggiori di container: con la sua presenza al pranzo da Spinelli, Burlando secondo i pm darà la prova all'imprenditore di «non ostacolarlo» nel rinnovo della concessione delle rinfuse.
Dell'incontro dà notizia il giorno seguente «Il Secolo XIX» e, leggendo i giornali, Aldo Spinelli commenta che con l'occasione potrà «dare una sveglia anche agli altri» Con «gli altri», intende Toti e i suoi, a cui da diverso tempo fa pressioni. Il presidente della Liguria raccontano gli atti - rimane stizzito. Interpreta l'incontro scrivono i pm come «un tentativo maldestro per mettere in concorrenza la politica, con lo scopo di fare una corsa al rialzo». Seguono diverse telefonate, di cui una, significativa per la sua lettura politica più che per quella giudiziaria, tra Burlando e Spinelli. Ancora una volta l'ex presidente ligure s'interessa degli affari dell'imprenditore: del rinnovo della concessione parleranno nel corso di due telefonate, il 7 novembre 2021 e anche quattro giorni dopo, l'11 novembre.
Qui Burlando spiega di avere ricevuto rassicurazioni dal sindaco Marco Bucci che la delibera sarebbe stata portata a breve in comitato di gestione per il rinnovo: «Te la portiamo, te la portiamo..». Il resto, è storia. Oggi Spinelli comparirà davanti alla gip Paola Faggioni per l'interrogatorio di garanzia. Dovrà spiegare, e molto.
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