«Ieri abbiamo firmato un contratto per 4 miliardi di metri cubi di gas, altri sei li avevamo recuperati nelle scorse settimane. La macchina non si ferma, ma io appena finisco questo compito torno al mio lavoro, sono un soldato della scienza» lo ha annunciato il ministro Cingolani sul palco del Petruzzelli intervistato dal direttore Augusto Minzolini, ospiti della kermesse «La Ripartenza», organizzata da Nicola Porro a Bari. «Noi stiamo lavorando esattamente come una settimana fa - dice Cingolani- perché la macchina non si può fermare, nonostante la situazione Italiana è notevolmente migliore di quella di altri Paesi. Perché loro hanno diversificato maggiormente, ma noi abbiamo cinque condutture, e quindi non siamo dipendenti solo dalla Russia».
Cingolani critica aspramente le scelte politiche del passato: «Allora perché non trivelliamo?», gli chiede Nicola Porro. «Perché se anche lo decidi oggi, il gas dai nostri giacimenti non riesci a prenderlo prima di sei anni. E a noi serve adesso: la prima condizione per la sicurezza energetica è iniziare l'inverno con gli stoccaggi pieni. La tabella che abbiamo fatto prevede di arrivare a ottobre con il 90% degli stoccaggi. Nel 2023 avremo 18 miliardi di metri cubi in più, e l'anno dopo 25. Per la seconda metà del 2024 potremmo rinunciare del tutto al gas russo. Nel frattempo abbiamo deciso di prolungare per un periodo massimo di due anni la produzione al cento per cento delle centrali a carbone».
Lo spiega bene Cingolani: «Se andiamo troppo veloce nella transizione ecologica ammazziamo la società, se andiamo troppo lenti ammazziamo il clima. Se spegniamo le centrali a carbone e non facciamo CO2 moriamo senza energia».
Sul nucleare il ministro dice: «Io non investirei denari enormi su una centrale di seconda generazione come quelle francesi, ma trovo miope non si investa sulla ricerca di nuove tecnologie».
Si passa a parlare dei motori: «Io ho fatto una battaglia concordata con Draghi e Giorgetti- dice Cingolani- l'Europa deve darci il target, non imporci come arrivare. «L'ambientalismo non può diventare gretinismo - gli chiede Minzolini- ma ci pensi che questa crisi nasce sul termovalorizzatore? E quando Orlando ha chiesto a Draghi di ripensarci durante l'ultimo consiglio dei ministri, sei stato proprio tu a ricordagli che è il Pd nella riunione del giorno prima ad aver sostenuto Conte e i 5 stelle?»
«La gerarchia del rifiuto è una scienza - risponde Cingolani- Quanto al consiglio dei ministri è il luogo massimo della democrazia, ed è giusto che lì dentro si discuta liberamente».
Chiude con l'ultima domanda Porro: «Si è esaurita la fase dei tecnici?»
«Di cose da fare ancora ce ne sono - conclude Cingolani- ma il Paese lo abbiamo messo in sicurezza e il Pnrr anche, adesso le cose possono continuare a funzionare da sole».
Minzolini ricorda
che nella composizione del governo Draghi, Cingolani era entrato nella casella del M5s, nonostante sia il più lontano dalle loro posizioni adesso. «Grillo sponsorizzava il ministero della transizione, poi sono arrivato io».
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