Stop Astrazeneca e Johnson&Johnson. L'Europa (disunita) ora non si fida più

Dal 2022 fine dei contratti: le trombosi spingono Bruxelles a sposare solo i vaccini mRna. Ma c'è chi è pronto a disobbedire

Stop Astrazeneca e Johnson&Johnson. L'Europa (disunita) ora non si fida più

Discordia Europea. Sui vaccini l'Unione non è tale e questa diversità è ben rappresentata dalla diversa scelta del presidente della Commissione Ursula von der Leyen che giovedì ha ricevuto la prima dose di Pfizer e della cancelliera Angela Merkel alla quale nella giornata di ieri invece è stato somministrato il vaccino di Oxford AstraZeneca. Eppure per entrambe in teoria è raccomandato l'uso dell'antidoto anglo-svedese visto che hanno entrambe più di 60 anni: 62 la prima 66 la seconda.

La Ue prova a procedere unita, almeno per il futuro, sullo stop ai vaccini a vettore virale come AstraZeneca e Johnson&Johnson, privilegiando invece i vaccini con Rna messaggero come Pfizer/BioNTech, Moderna e infine il CureVac che è ancora in attesa del via libera dall'Ema. L'annuncio in questo senso della Von der Leyen è stato confermato ieri anche dalla ministra francese dell'Industria, Agnès Pannier-Rinacher. È «probabile» che a partire dal 2022 la Ue non rinnovi i suoi contratti di vaccini anti-Covid con il gruppo farmaceutico AstraZeneca e J&J: «La decisione non è stata ancora presa», puntualizza la ministra ma alla luce della decisione della Danimarca di abbandonare il vaccino, è probabile «che l'Europa non faccia nuovi ordini».

Dunque lo stop della Danimarca a valanga provoca il blocco in tutta la Ue? No, in realtà ieri è emerso che molti stati Ue sono interessati all'acquisto delle dosi della Danimatrca anche se non è chiaro se questo scambio sia possibile si tratta di almeno 200mila dosi a cui si aggiungeranno quelle non ancora consegnate. Hans Klüge, direttore Oms Europa, spiega che si sta valutando con le autorità danesi di indirizzare le dosi inutilizzate verso i Paesi più poveri. Ma quelle dosi interessano anche altri stati della Ue. Il ministro della Salute ceco, Jan Hamacek, ha reso noto un interessamento ufficiale per le dosi danesi e lo stesso hanno fatto il premier lituano, Ingrida Simonyte, e il ministro della Salute lettone, Daniels Pavluts. Proprio in Lettonia, dove il vaccino di Oxford è stato rifiutato dalla maggioranza degli over 65 per i quali c'era la priorità, si sono create file di centinaia di giovani che preferiscono il remoto rischio del vaccino alla certezza dell'epidemia e del conseguente lockdown. Centinaia di giovani si sono messi in fila a Riga per ricevere il vaccino AstraZeneca offerto a chiunque lo voglia dopo che molte persone anziane lo hanno rifiutato come riportato dall'agenzia Reuters.

Dunque in Ue si continua ad andare in ordine sparso. In Italia è stato raccomandato l'uso di AstraZeneca solo per chi ha più di 60 anni come già imposto ad esempio in Germania, Spagna e Belgio limitando l'uso agli over 60 anni, la Francia agli over 55.

E anche sulla seconda dose si va in ordine sparso: manca una linea univoca. In Francia è stato deciso di non somministrare la seconda dose di AstraZeneca alle persone con meno di 55 anni, per loro si sceglierà Pfizer o Moderna.

Anche in Germania si raccomanda di somministrare agli under 60 che hanno già fatto la prima dose di AstraZeneca un altro siero per il richiamo. In Italia lo Spallanzani non appena incasserà il via libera di Aifa partirà con una sperimentazione sulla seconda dose di vaccino anti Covid facendo ricorso ad altri vaccini compreso lo Sputnik.

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