
Berlino. La grande addormentata si muove. Dopo un decennio in cui si è cullata nel sogno del «benvenuti rifugiati», la Germania affronta finalmente le contraddizioni dell'immigrazione con l'annuncio di una svolta decisa nel contrasto a quella illegale. È il risultato dei negoziati tenuti negli ultimi due giorni a Berlino da Cdu, Csu e Spd, i partiti che intendono formare il prossimo governo di Grande Coalizione. Trattative in cui non sono mancati gli attriti, ma concluse con la redazione di un documento di sintesi che servirà da base per il patto su cui fondare l'esecutivo. «Atmosfera positiva», ha dichiarato ieri il presidente della Cdu Friedrich Merz, probabile prossimo cancelliere che vuole un governo capace di affrontare le grandi sfide della Germania: ruolo internazionale, ripresa dell'economia dalla crisi, contrasto all'immigrazione illegale.
Su questo punto, i popolari hanno vinto su tutta la linea, imponendosi sui socialdemocratici. «Dal primo giorno» in cui il suo governo sarà in carica, ha sottolineato il presidente della Cdu, ai confini della Germania verranno potenziati «in misura massiccia» i controlli di polizia e saranno respinti tutti i migranti privi di documenti, compresi i richiedenti asilo. I respingimenti avverranno «in coordinamento» con gli Stati vicini. Al fine di ridurre «in maniera significativa» l'immigrazione clandestina saranno, inoltre, accelerate le espulsioni e a tempo limitato verranno sospesi i ricongiungimenti familiari per i titolari di protezione sussidiaria. I programmi di accoglienza umanitaria, come quello degli afghani minacciati dai talebani in corso dal 2022, verranno fermati e non saranno più avviati, mentre nella legge sul diritto di soggiorno verrà reintrodotto l'obiettivo della «limitazione» dell'immigrazione. Dalla Germania partirà poi una «offensiva» di rimpatri, con deportazioni anche in Siria e Afghanistan. Gli immigrati da espellere con cittadinanza tedesca ne saranno privati, in particolare se sostenitori del terrorismo, estremisti o antisemiti.
Verrà, invece, mantenuta in vigore la legge del governo Scholz che semplifica la naturalizzazione, così da incentivare gli arrivi dei lavoratori qualificati di cui l'economia tedesca ha bisogno. Una concessione dei popolari ai socialdemocratici, che per responsabilità hanno accettato la svolta di Merz contro l'immigrazione clandestina.
«Ordine e umanità: lo Stato deve avere il controllo e attuare le regole», ha dichiarato il copresidente della Spd Lars Klingbeil, secondo cui le storie di successo dell'integrazione devono aumentare, mentre gli ingressi irregolari devono diminuire.
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