Su aiuti e tasse continua senza sosta la strana guerra tra Letta e Salvini

I due si accapigliano da settimane su temi che per ora non sono nell'agenda di Draghi

Su aiuti e tasse continua senza sosta la strana guerra tra Letta e Salvini

È andata in scena ieri l'ennesima puntata dell'ormai quotidiana soap Enrico&Matteo. La sceneggiatura - a dire il vero - inizia ad essere piuttosto banale, a volte persino ripetitiva. Lo spartito è infatti sempre lo stesso, con Letta e Salvini a darsele di santa ragione, quasi sempre su temi e questioni che - per usare un eufemismo - non sono propriamente in cima all'agenda di governo. Un esecutivo, non è un dettaglio, che entrambi hanno scelto di sostenere solo tre mesi fa, in nome di un superiore interesse nazionale. Con buona pace dell'appello di Sergio Mattarella ad attenuare le conflittualità interne alla maggioranza, però, l'obiettivo dei due sembra oggi quello di piantare bandierine in vista dell'imminente campagna elettorale che ci accompagnerà fino alle amministrative di settembre-ottobre, con al voto città del calibro di Bologna, Milano, Napoli, Roma e Torino. Un passaggio decisivo, sia per la tenuta della nuova segreteria dem a guida Letta, sia per gli equilibri interni al centrodestra, con Giorgia Meloni che nei sondaggi è sempre più vicina ad agganciare Salvini. Secondo l'ultima rilevazione Tecnè-Dire, in verità, l'avrebbe già scavalcato. Il «borsino dei leader», infatti, è guidato da Draghi con il 53,2% di giudizi positivi, seguito da Meloni (42,3), Conte (38,5), Salvini (32,1) e Letta (29,5).

Va detto che, almeno in queste prime puntate di Enrico&Matteo, il leader della Lega sta giocando di rimessa, rimbalzando gli affondi del segretario dem che, evidentemente, ha deciso di affrontare questa sua nuova esperienza politica seguendo esattamente l'approccio opposto dei quasi dieci mesi in cui è stato a Palazzo Chigi. Così, non c'è occasione in cui l'ex premier non apra fronti polemici, circostanza che alla fine ha però causato qualche tensione anche con Mario Draghi. Non che il presidente del Consiglio non comprenda la necessità di fare politica anche con la comunicazione, però - è stato il senso dei suoi ragionamenti condivisi con un ministro dem - perdere di vista il senso della misura è un errore. Anche perché a forza di fare il Pierino, Letta sta di fatto legittimando quello stesso atteggiamento da parte di Salvini. Insomma, il rischio che vedono a Palazzo Chigi è quello di un'escalation che finisca poi per andare fuori controllo.

Così - dopo ius soli, ddl Zan, riaperture e giustizia - ieri la maggioranza si è continuata ad accapigliare sulla tassa di successione e sul reddito di cittadinanza. Sul primo fronte, è tornato il leader della Lega. «È assurdo che Letta e il Pd continuino a pensare a nuove tasse. È giusto aiutare i giovani, ma la proposta della Lega rilancia Salvini è quella di tassare le multinazionali straniere che fanno affari in Italia e non pagano le tasse. Penso, senza fare nomi e cognomi, ad Amazon, 350 miliardi di fatturato, 44 miliardi di ricavi in Europa e pochi spicci di tasse pagate in Italia». Insomma, «invece di andare a punire con la tassa di successione genitori e nonni per aiutare i figli» bisogna far «pagare le giuste tasse ai concorrenti che stanno facendo chiudere i negozi italiani». A stretto giro la replica di Letta. «Il nostro ironizza è un Paese davvero dal cuore d'oro. Vedo solidarietà diffuse a quell'1% più ricco del nostro Paese per evitare che si trovi a pagare la tassa di successione come succede invece in Usa, Regno Unito e Francia».

Altro capitolo, quello del reddito di cittadinanza. «Non è possibile che finisca a mafiosi, delinquenti e clandestini. Doveva creare lavoro e non sta creando niente. Chiediamo controlli a tappeto perché questi soldi vadano ai cittadini in difficoltà», dice Salvini commentando la notizia che i carabinieri di Gioia Tauro, in Calabria, hanno denunciato 177 migranti perché percepivano illecitamente il reddito di cittadinanza.

Sulla stessa linea anche il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Roberto Occhiuto: «Con la crisi scatenata dal Covid aumentano le famiglie in difficoltà. Ok a strumenti di sostegno alla povertà, ma servono controlli seri e severi. Basta con l'utilizzo improprio del reddito di cittadinanza».

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