In Svizzera gli esperti della task-force anti-Covid chiedono il lockdown in tutto il Paese. Le misure attuali «non sono sufficienti», ha spiegato Martin Ackermann, alla guida del team di specialisti. Il 78% dei posti letto in terapia intensiva è pieno e nel cantone più popolato, Zurigo (1,5 milioni di abitanti) il tasso di riproduzione del virus è di 1,16. Vuol dire che i casi raddoppieranno in un mese. «Non abbiamo né il tempo, né il margine di manovra per testare altre misure progressive» dicono, sollecitando l'esecutivo - che ancora non si decide - ad agire in fretta e a chiudere le scuole dopo le feste natalizie. Il Canton Basilea Città ha già prolungato il mini-lockdown fino al 22 gennaio. Non solo ristoranti, bar e piscine chiuse ma anche la novità del divieto di prostituzione. Venerdì scorso, la Confederazione svizzera ha introdotto misure più stringenti (bar ristoranti e negozi chiusi tra le 19 e le 6), dopo aver deciso di riaprire gli impianti sciitisci, in controtendenza rispetto al resto del continente. Ma domenica è arrivata la lettera-appello dei direttori dei cinque principali ospedali del Paese che hanno chiesto il blocco totale e lo stop allo sci.
Così anche la Svizzera diventa la prova che lo slogan di qualche settimana fa - «salviamo il Natale» con misure blande e non draconiane - si stia infrangendo di fronte all'impennata di contagi. Il Natale, insomma, sembra ormai già compromesso in quasi tutta Europa, come ha dimostrato la Germania di Angela Merkel, secondo gli esperti la più lungimirante nello ristabilire il lockdown duro annunciato la scorsa settimana e in vigore da oggi fino al 10 gennaio almeno. Stop a scuole, bar, ristoranti, palestre, musei. Così come succederà in Olanda per le prossime cinque settimane e in Danimarca, dove le restrizioni dure imposte a una parte del Paese saranno estese a tutta la nazione.
In Gran Bretagna il premier Boris Johnson è sotto forte pressione, anche dei suoi ministri, che gli chiedono di rivedere l'allentamento delle restrizioni previsto fra il 23 e il 27 dicembre, quando fino a tre nuclei familiari potranno riunirsi. I casi sono raddoppiati in una settimana superando quota 18mila mentre Londra da oggi diventa «zona rossa».
Grande cautela anche nei Paesi che sono appena usciti dal lockdown. In Austria, dove il secondo blocco totale nazionale si è chiuso il 7 dicembre, il ritorno degli studenti in classe è slittato di nuovo: dal 7 all'11 gennaio, con l'obiettivo di testare quanti più studenti e insegnanti possibile al rientro dalle feste. «Vogliamo riprendere l'anno scolastico in salute», spiega il ministro dell'Istruzione, Heinz Fassmann, deluso, insieme al suo governo, dal tasso di partecipazione allo screening di massa, fermo al 20% della popolazione. Anche nella Francia appena uscita da un secondo confinement, ora sostituito dal coprifuoco (tra le 20 e le 6 del mattino) fino al 7 gennaio, il primo ministro Jean Castex ha rilanciato la raccomandazione del Consiglio scientifico, destinata chi intende trascorrere le feste in famiglia, con persone a rischio. «Autoisolamento» per almeno una settimana prima del 25 o del 31 dicembre. Musei, teatri, stadi e cinema rimarranno chiusi altre settimane, a differenza di quanto previsto in un primo momento. Spostamenti ammessi per il 24 dicembre ma non più di sei adulti per volta. Capodanno invece a casa, sempre con il limite di sei adulti. Il premier ha fatto sapere agli studenti che non è un obbligo andare a scuola il 17 e 18 dicembre, vigilia delle vacanze.
Allarme in Svezia, dove il presidente dell'Associazione dei professionisti della salute, Sineva Ribeiro, ha definito «terribile», in un'intervista a Bloomberg, la situazione negli ospedali. Ribeiro riferisce anche di un'ondata di dimissioni degli operatori sanitari a causa dello stress da Covid.
A Stoccolma le terapie intensive sono piene al 99% e il primo ministro Stefan Löfven ha ammesso, con tono polemico, che l'ondata in corso non è stata prevista dagli esperti. I morti sono 7.500 contro i circa 450 della Finlandia. Ma la parola lockdown resta un tabù.
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