La liquidazione di Silicon Valley Bank (Svb) fa paura. Anche se all'istituto californiano, specializzato nella finanza per le start-up, a fine 2022 facevano capo 74 miliardi di dollari di depositi, 212 miliardi di attivi e 342 miliardi di masse gestite, la Federal Reserve teme che un effetto contagio possa in qualche misura determinarsi. Ecco perché tra sabato e ieri il Tesoro Usa, la banca centrale americana e la Federal Deposit Insurance Corp (Fdic, il fondo interbancario americano di tutela dei depositi che ha preso il controllo di Svb) hanno organizzato un'asta per cedere attivi e passivi dell'istituto posto in liquidazione.
Se la procedura dovesse terminare con esito negativo, ha riferito il Washington Post, si passerebbe al «piano B», cioè la costituzione di un fondo che consentirebbe alle autorità di regolamentazione di garantire un maggior numero di depositi presso le banche che si trovano in difficoltà dopo il collasso della Silicon Valley Bank. La speranza è che la creazione di un veicolo ad hoc rassicuri i correntisti e aiuti a contenere le possibili conseguenze della crisi bancaria evitando che sfocino in una corsa agli sportelli. Dopo che Svb è passata sotto il controllo della Fdic, i depositi della banca sono congelati. Le garanzie salvaguardano solo le giacenze fino a 250mila dollari ma, trattandosi di una banca che assiste imprese e clienti private, solo il 7% dei correntisti è al sicuro. Imprese hi-tech, start-up e anche i vinificatori della California rischiano di non poter pagare gli stipendi.
Non a caso la Fed ha convocato per questa mattina una riunione d'urgenza a porte chiuse con «procedura accelerata» per le 11.30 (le 17.30 in Italia). Anche se non sono stati forniti dettagli sulla riunione, è logico attendersi che il caso Svb sarà al centro delle discussioni. Anche la Casa Bianca si è allarmata. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha contattato il governatore della California, Gavin Newsom, per essere messo al corrente della situazione. Il segretario al Tesoro, Janet Yellen, ha escluso il salvataggio della Silicon Valley Bank, ma ha sottolineato di voler assicurare «che i problemi di una banca non creino un contagio ad altre solide», ha detto in un'intervista alla Cbs. Il Tesoro, ha precisato, «sta lavorando con le autorità per aiutare i titolari di depositi nella Svb scoperti da assicurazione, ma voglio essere chiara: le riforme che sono state messe in atto non significano che faremo di nuovo» salvataggi pubblici, ha affermato.
Le ansie statunitensi sono condivise anche sull'altra sponda dell'Atlantico. Il cancelliere dello Scacchiere, Jeremy Hunt, ha dichiarato che le imprese britanniche hi-tech sono a «serio rischio» dopo la chiusura della Svb. In un'intervista a Sky News ha spiegato come la banca californiana «si occupi dei soldi di alcune delle nostre attività più promettenti ed entusiasmanti». Intanto Bank of London ha presentato un'offerta per rilevare la filiale britannica di Svb, Anche Royal Group, società di investimento controllata dallo sceicco Tahnoon bin Zayed Al Nahyan, sta valutando una possibile acquisizione.
Tra intemerate (Elon Musk su Twitter ha detto di «essere aperto all'idea» di acquistare Svb) e rumor (il principe Harry e Oprah Winfrey sarebbero in ambasce per i loro risparmi) la questione fondamentale è tutelare i depositi. La cattiva gestione di Svb (sarebbero stati erogati bonus in limine mortis) è solo una faccia della medaglia.
Il ritiro di una parte consistente di depositi, che ha causato il collasso, è stato determinato dalle difficoltà delle imprese a finanziarsi dopo i recenti rialzi dei tassi. Ma da quest'orecchio la Fed (e anche la Bce) sembra proprio non voler sentire.
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