Obbligare ad accettare offerte di lavoro stagionali entro i 100 chilometri dalla propria residenza «pena la decadenza del beneficio», per i percettori del reddito di cittadinanza. La spinta al lavoro per i beneficiari del reddito arriva dallo stesso M5s che di quella misura aveva fatto una bandiera della lotta contro la povertà. La proposta è contenuta in un emendamento al decreto Sostegni bis a firma della Cinque stelle Valentina D'Orso. È la fotografia del fallimento delle politiche attive del lavoro pensate con l'istituzione del sussidio, che tramite i navigator avrebbero dovuto dare una ricollocazione ai percettori del reddito nel mercato del lavoro. A questa si aggiunge un'altra proposta di modifica al decreto presentata dal forzista Roberto Pella che prevede invece la decontribuzione totale per le imprese del turismo che assumono lavoratori del settore in cassa integrazione Covid o percettori di Rem o reddito di cittadinanza. Un modo per rispondere alle richieste che arrivano dal mondo delle imprese in uscita dalla pandemia, che denunciano una crescente difficoltà nel trovare personale.
Una carenza riscontrata soprattutto da ristoratori e proprietari di stabilimenti balneari, e che complica la stagione proprio nella fase della ripartenza del turismo. Secondo i datori di lavoro sarebbero misure come il reddito di cittadinanza e la cassa integrazione a disincentivare la platea dei beneficiari alla ricerca di un'occupazione anche stagionale. Ma sono molti i lavoratori che denunciano salari troppo bassi che scoraggiano la domanda. Se il Pd chiede di rifinanziare con 30 milioni di euro i centri per l'impiego nel 2022, il M5S propone che sia il ministero del Lavoro a promuovere progetti di occupazione, attraverso le partecipate pubbliche. Fratelli d'Italia chiede invece che chi percepisce il reddito faccia formazione obbligatoria. La Lega vuole una riduzione degli stanziamenti dedicati al beneficio del 10% annuo e Leu vuole invece che il reddito di emergenza (Rem) venga prolungato fino alla fine di ottobre. «Nel caso del Reddito di cittadinanza, si tratta di persone disoccupate. Abbiamo casi di rifiuto delle offerte di lavoro da parte di queste persone, come denunciano molti imprenditori del settore del turismo attualmente in forte ripresa - dice Cesare Damiano, già ministro del Lavoro e consigliere Inail - Perché mai, si dice, dovrebbero accettare un lavoro da 800-1.000 euro al mese quando ne percepiscono 780 senza colpo ferire? Il problema è che retribuzioni di quel genere contrattualmente non esistono, a meno che si parli di poche ore o di lavoro pagato al nero. La nostra proposta, invece, è quella di partire dalle paghe reali dei contratti di lavoro».
Nel settore del turismo i minimi vanno da 1.300 euro lordi mensili per guardiani notturni e guardarobieri a 1.542 per pizzaioli, camerieri e barman. L'orario settimanale è di 40 ore distribuito su 5 giornate e mezzo.
«Se un datore di lavoro assume full time un cittadino con reddito di cittadinanza e garantisce lo stipendio contrattuale può utilizzare una quota di reddito di cittadinanza (30-40%) come sconto per l'assunzione a tempo pieno - propone Damiano - Così l'imprenditore trova le persone che gli servono e assume in modo trasparente e con lo sconto; il lavoratore ha un incentivo dovuto al fatto che avrà una paga superiore al Reddito di cittadinanza, più i contributi per la pensione e potrà beneficiare di vantaggi contrattuali aggiuntivi».
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