"Tanto amore per tutti voi". 100 milioni a Paolo e Marta e trenta all'amico Dell'Utri

Stavolta non ci saranno le faide tipo Dinasty che accompagnano da sempre l'eredità di molti italiani eccellenti

"Tanto amore per tutti voi". 100 milioni a Paolo e Marta e trenta all'amico Dell'Utri
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Stavolta non ci saranno le faide tipo Dinasty che accompagnano da sempre l'eredità di molti italiani eccellenti. Ieri, dopo una attesa di ventiquattro giorni condita da voci di ogni tipo, vengono rese pubbliche le ultime volontà di Silvio Berlusconi. E si scopre che il Cavaliere ha avuto come punti di riferimento, quando ha stabilito la destinazione del suo patrimonio, solo la tutela dell'unità familiare e della continuità aziendale. I meccanismi, in fondo semplici, con cui Berlusconi divide il suo immenso patrimonio hanno come risultato da una parte rispettare in pieno i diritti di tutti i cinque figli e dall'altro garantire che il timone di Fininvest resti nelle mani dei due maggiori, Marina e Pier Silvio, già da decenni alla guida del gruppo.

Le carte che vengono aperte mercoledì e rese note ieri raccontano che Berlusconi ha affrontato il tema della propria successione in tre momenti diversi. Il primo quasi remoto, il 2 ottobre 2006, pochi giorni dopo avere compiuto i settant'anni. Quel giorno il Cavaliere che è in piena forma, alla guida della Casa delle libertà nella battagliera opposizione del governo Prodi, poche ore prima di ricevere a cena i capi della Lega mette nero su bianco lo schema di suddivisione: a Marina e Pier Silvio va (diviso in parti uguali) un terzo del patrimonio, ovvero la quota liberamente disponibile nel testamento; i restanti due terzi, la cosiddetta quota legittima, viene divisa in parti uguali tra tutti e cinque i figli. Marina e Pier Silvio si trovano in questo modo ad avere di fatto il controllo del gruppo. Ai tre figli avuti con Veronica Lario viene comunque garantita una partecipazione dal valore stratosferico: è una soluzione che anche la Lario pare conoscesse a abbia ritenuto sensata.

Il testamento del 2 ottobre 2006 viene affidato al notaio Arrigo Roveda. Poi, per quattordici anni, apparentemente Berlusconi alla morte non pensa più.

Torna a farlo il 5 ottobre 2020, mentre è chiuso ad Arcore per il Covid, che ha preso in forma pesante, scatenando una polmonite bilaterale che ha rischiato di ucciderlo. Nei suoi pensieri c'è Paolo, il fratello minore. Anche stavolta il Cav scrive a mano, su carta intestata della villa di Arcore: «Confermo le disposizioni testamentarie del 2 ottobre 2006. Aggiungo in favore di mio fratello Paolo Berlusconi una donazione di cento milioni di euro». Anche questo foglio viene affidato a Roveda.

Ma ci sono altre due persone alle quali Berlusconi vuole lasciare una prova concreta di gratitudine. E decide di farlo poco più di un anno dopo, la mattina del 19 gennaio 2022, mentre sta per essere ricoverato in ospedale. Su un foglio, sempre dello stesso blocco, scrive ai figli Marina, Pier Silvio, Barbara ed Eleonora (manca, come si vede, Luigi) chiedendo «se non dovessi tornare di prendere atto di quanto segue». E dispone che «delle vostre eredità di tutti i miei beni» i figli riservino cento milioni di euro alla sua compagna Marta Fascina e trenta milioni di euro a Marcello Dell'Utri, l'amico di sempre, dirigente di Publitalia e poi senatore, condannato e incarcerato per anni per concorso esterno in associazione mafiosa. «Per il bene che gli ho voluto e per quello che loro hanno voluto a me», scrive Berlusconi. Ma è difficile non vedere nella importante somma lasciata a Dell'Utri anche la empatia per sofferenze patite a causa della sua vicinanza al Cavaliere.

«Questa donazione, totalmente inaspettata - commenta l'ex senatore - è un gesto d'amore, più che di amicizia, da parte di Silvio Berlusconi. Piango di continuo. E non è affatto il pagamento del mio silenzio, come dice qualche seminatore impuro di odio pieno di astio».

Nella lettera ai figli del 19 gennaio, Berlusconi torna a dare disposizioni per il lascito di cento milioni al fratello Paolo: «Silvio mi aveva anticipato in più occasioni, con la straordinaria generosità che lo ha sempre contraddistinto, l'intenzione di lasciarmi la somma di 100 milioni di euro. Le carte rese pubbliche oggi vanno intese come conferma che è questa la cifra indicata», spiega il fratello dell'ex premier.

«Grazie, tanto amore a tutti voi, il vostro papà Silvio» è la conclusione della lettera, affidata da Berlusconi direttamente a Marta Fascina. È la Fascina l'altro ieri a consegnare il testamento al notaio Roveda.

Ora si dovranno fare i conti, calcolare i valori: «tutti i miei beni», come scrive Berlusconi nel suo testamento, comprendono le case, le azioni, i contanti. Da quell'importo andranno prelevati i 230 milioni destinati alla donna, all'amico, al fratello: è a loro che ha pensato Silvio Berlusconi quando, forse per la prima volta in vita sua, ha sentito la fine vicina.

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