Tra i grillini, ancora scossi dalla nascita del governo Draghi, le polemiche non si placano e, anzi, ad innescarne di nuove è la figura del vicepresidente del Senato Paola Taverna.
La senatrice romana è finita nel mirino del grillino Filippo Gallinella, presidente della Commissione Agricoltura alla Camera, per una vicenda riguardante il tema delle restituzioni."All'inizio di questa legislatura avevamo preso un impegno, tra i tanti: quello di rinunciare all'indennità di carica", attacca il pentastellato sul suo profilo Facebook che nel post pubblica lo screenshot di un articolo del Corriere in cui la Taverna afferma di aver donato le sue indennità. "Si vede - prosegue Gallinella - che le regole valgono solo per alcuni. Avendo più volte segnalato la cosa senza avere risposta, da domani la richiederò anche io e la donerò come la collega Paola Taverna".
Ma la vicepresidente del Senato è vista con sospetto da alcuni colleghi di partito indignati per il suo atteggiamento da 'dissidente nascosta', come lo descrive una grillina alla prima legislatura che, parlando a taccuini chiusi con ilGiornale.it, chiede di tenere riservata la sua identità. "Paola gioca con due mazzi di carte: un po' fa la governista e un po' la dissidente, mimetizzandosi nelle parole del suo 'portavoce' Dessì. Facile così...", aggiunge l'esponente M5S.
La Taverna, infatti, durante tutto questo travagliato periodo di crisi, non si è esposta molto, ma pochi giorni fa sul suo profilo Facebook ha spiegato così la sua scelta di votare la fiducia al governo di Mario Draghi: "In questi giorni così delicati ciascuno di noi si è trovato davanti a scelte impegnative. Per quanto mi riguarda non è stato semplice. Posso solo assicurare che ho davvero fatto ciò che ritenevo il meglio per l'Italia". E, dopo aver ricordato le parole di Conte sulla necessità di non auto-isolarsi, ha aggiunto: "il mandato degli iscritti ha tolto ogni dubbio residuo, nonostante le mie forti resistenze". Traduciamo: "ero contraria, ma ho ingoiato il rospo". Il post della Taverna, però, si conclude con una frase che è rivelatrice della sua 'dissidenza nascosta': "Ricordo - chiosa la senatrice - che tanti colleghi che hanno votato in dissenso sono parte fondamentale del Movimento, oltre che amici fraterni e compagni di tante battaglie. Serve unità adesso, perché proprio in questo momento comincia la nostra più grande partita".
In questi giorni così delicati ciascuno di noi si è trovato davanti a scelte impegnative. Per quanto mi riguarda non è...
Pubblicato da Paola Taverna su Venerdì 19 febbraio 2021
Ma un grillino che faceva parte del vecchio governo ci rivela un altro dettaglio importante: "Paola voleva fare la vice premier nel governo Draghi", dice la nostra fonte, che prosegue: "Sembra fantascienza, ma è così. E da quando ciò non è avvenuto è iniziato il suo mal di pancia". E sarebbe questo il motivo per cui la Taverna resta con un occhio rivolto al M5S e con un altro, invece, guarda le mosse dell'ormai ex pentastellato Alessandro Di Battista il quale, come lei, era desideroso di entrare nel nuovo governo. "Dibba - continua la nostra fonte - voleva un ministero. Poi la cosa non è andata in porto e ha iniziato a fare al suo solito la guerra a tutto e a tutti, fino al punto che sappiamo.
Ma adesso viene il bello: approfittando del suo legame con Paragone, sta cercando di spingere i colleghi fuoriusciti verso Italexit. Roba da rabbrividire". E sulle parole del grillino è intervenuta la senatrice Paola Taverna affermando che la ricostruzione è priva di fondamento.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.