Il tavolo per definire il patto di legislatura tra le forze dell'alleanza giallorossa rischia di essere una bomba sotto il governo Conte ter. Non c'è accordo tra i leader. Non c'è intesa sul documento, che dovrebbe mettere nero su bianco il via libera al reincarico per il premier dimissionario. Dopo 12 ore di lavoro si chiude con un rinvio. «Da M5s solo no e veti», trapela dagli ambienti renziani. Stamattina nuovo incontro tra i partiti poi nel pomeriggio l'esploratore Roberto Fico dovrebbe salire a riferire a Mattarella.
Il tavolo programmatico, che si riunito ieri su iniziativa del Presidente della Camera Roberto Fico nella sala della Lupa di Montecitorio, si trasforma in un'imboscata dei renziani a Pd e Cinque stelle. Dal Mes al reddito di cittadinanza: Italia Viva apre varchi ovunque nell'alleanza. La trattativa vera però si svolge in altre stanze. Tra Nazareno e Palazzo Madama (ufficio del leader Iv Matteo Renzi). La giornata inizia con l'irritazione di Conte per essere stato tagliato fuori dal tavolo. Fastidio che si indirizza nei confronti Roberto Fico, sospettato di manovre segrete contro l'inquilino di Palazzo Chigi. Al netto delle veline e delle dichiarazioni di facciata, la discussione si inceppa su rimpasto e legge elettorale. Il confronto tra le delegazioni viene sospeso più volte. E non solo per le sanificazioni. A tarda mattinata Fico si allontana. Il Pd chiede lo stop perché Zingaretti riunisce l'ufficio politico. Da fuori, Renzi mina i lavori con dichiarazioni a ripetizione. Il leader di Italia Viva ipotizza un esecutivo autorevole entro il fine settimana. Ma allarga la distanza con gli alleati su Mes, giustizia e reddito di cittadinanza.
Legge elettorale La trattativa si blocca subito sulla legge elettorale: i dem sono per il proporzionale, Iv per il maggioritario. Il punto di sintesi è un proporzionale con preferenze. Sul modello del sistema elettorale per le Regionali. Ipotesi che fa infuriare i Cinque stelle, da sempre contrari alle preferenze. I Cinque stelle rilanciano: voto ai 18enni per il Senato.
Riforme Sul tema delle riforme i renziani chiedono una bicamerale con la presidenza affidata alle opposizioni. Bicamerale che va introdotta anche per il Recovery plan, insistono Boschi e Faraone. Pd e Cinque stelle bocciano la proposta. Tutta melina.
Rimpasto La partita vera sui ministri non è chiusa. E rischia di rimettere in gioco il via libera al Conte ter. Italia Viva alza il prezzo e presenta una lista di richieste lunghissima: Infrastrutture, Giustizia, Interno ed Economia. «Chiesta discontinuità ci rispondono con conferma Bonafede», lamentano da Iv. I renziani vogliono mettere le mani sul ministero dell'Economia. Chiedono subito la testa di Roberto Gualtieri. Il nome in quota Iv è Luigi Marattin. E Zingaretti, da fuori, lancia segnali di insofferenza: «Se sia Giuseppe Conte come premier che il ministro uscente all'Economia Roberto Gualtieri sono per noi intoccabili? Non va nemmeno ripetuto, altrimenti poi diventa una notizia». Altri due ministeri di peso pretende la delegazione Iv: Infrastrutture (Boschi) e Interno (Ettore Rosato). Gira il nome di Lucia Annibali per la guida del ministero della Giustizia. Ma l'orientamento è di affidare via Arenula a un tecnico: Marta Cartabia o Paola Severino sono i due nomi. In quota Cinque stelle dovrebbe entrare nella squadra di governo Michele Gubitosa. In uscita Riccardo Fraccaro e Lucia Azzolina. Il M5S pone un veto personale sulla Boschi. Italia Viva accetta e rilancia: fuori Di Maio. L'intesa si allontana.
Nomine si discute anche di nomine ai vertici delle aziende di Stato. Italia Viva punta ad azzerare il potere di Partito democratico e Movimento Cinque stelle. In alternativa a un riequilibrio. La delegazione di Iv chiede subito le dimissioni di Pasquale Tridico dalla presidenza Inps, Domenico Parisi dall'Anpal, e la revoca della nomina di Pietro Benassi dalla guida dell'Autorità delegata per i Servizi segreti. Nomina ufficializzata dal premier Conte la scorsa settimana. La tensione sale. Lo scontro si allarga.
Mes Italia Viva non arretra. Vuole che il governo acceda almeno in parte al fondo salva-Stati per recuperare soldi da destinare alla sanità. I Cinque stelle alzano un muro: «Il tema non è sul tavolo».
Reddito di cittadinanza Iv mette nel mirino la misura bandiera del M5S.
Anche qui lo scontro è duro. Il punto di caduta è una separazione del reddito dalle politiche attive del lavoro. Ma i grillini rilanciano con salario minimo e l'equo compenso per professionisti e lavoratori autonomi. Una provocazione.
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