Nel 2020 l'Europa è in ginocchio per il Covid. E quando arriva il vaccino, forse molti dimenticano la corsa degli Stati per averlo. Di quel periodo si ricordano solo le polemiche sulla sua efficacia e gli obblighi. Eppure accade questo: in poche settimane le aziende farmaceutiche si organizzano per una produzione (mai vista in tempi così risicati) su larga scala, l'Europa gestisce gli ordini e assegna i lotti di fiale, Paese per Paese. Prima una tranche, poi un'altra. Sì, cerca anche qualche scorciatoia per fare prima, i contratti con le case produttrici contengono errori. Non sappiamo dire se tanti o pochi, se voluti o frutto della fretta, ma quel che sappiamo è che la materia è davvero complessa e gestirla con l'ansia dell'emergenza non è facile. Soprattutto quando ogni Stato sgomita per opzionare scatoloni e scorte. Ora la Corte di giustizia europea condanna Ursula von der Leyen perché è stata poco trasparente sui contratti. E lo fa a un passo dal voto per la sua riconferma. Ha infatti accolto il ricorso di vari cittadini ed eurodeputati Verdi contro il rifiuto di accesso ai documenti. Quindi chiariamo bene: si contesta la chiarezza delle carte, si fa una battaglia burocratica, non scientifica. «L'esecutivo comunitario - spiega il tribunale - non ha concesso al pubblico un accesso sufficientemente ampio ai contratti e l'infrazione riguarda in particolare le clausole di indennizzo e le dichiarazioni di assenza di conflitto di interessi dei membri della squadra negoziale per l'acquisto dei vaccini». Nel 2020 e nel 2021 sono stati stipulati tra la Commissione e alcune imprese farmaceutiche contratti di acquisto di vaccini anti Covid per 2,7 miliardi di euro per effettuare un ordine di oltre un miliardo di dosi - ricorda la Corte del Lussemburgo -. Nel 2021 alcuni deputati europei e alcuni privati hanno chiesto l'accesso ai documenti per assicurarsi che l'interesse pubblico fosse tutelato. La Commissione ha concesso solo un accesso parziale e ha pubblicato in rete solo una versione «oscurata» dei contratti. Da qui la polemica. Cosa si nasconde dietro tutti quegli «omissis» dei contratti? Insomma, non è stata soddisfatta la richiesta di capire chi e come avrebbe dovuto risarcire i danni in caso di problemi post vaccino o di difetti del prodotto.
Come si difende la Commissione europea? «Abbiamo dovuto trovare un difficile equilibrio tra il diritto del pubblico, compresi i deputati al Parlamento europeo, all'informazione e gli obblighi giuridici derivanti dai contratti» sui vaccini «che avrebbero potuto comportare richieste di risarcimento
danni a spese dei contribuenti» scrive l'esecutivo Ue. «Il 90% dei testi dei contratti che sono stati oscurati è stato giustificato dal Tribunale» ha dichiarato il portavoce della Commissione europea, Stefan de Keersmaecker.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.