«Stamattina il mio consigliere diplomatico Francesco Talò ha rassegnato le dimissioni». Alla fine di tre giorni di passione, tensioni e polemiche Giorgia Meloni, nel corso della conferenza stampa che fa seguito al Consiglio dei ministri, scioglie il nodo e annuncia l'addio del responsabile dell'ufficio che ha gestito l'organizzazione della telefonata fake con la coppia di «comici» russi, protagonisti di una satira di Stato al contrario dai chiari intenti politico-propagandistici.
«Di queste telefonate ne abbiamo fatte almeno 80 e mi dispiace che in questo inciampo sia messo in discussione ciò che è stato fatto. Lo voglio ringraziare perché lo considero un gesto di grande responsabilità per una persona che è consapevole, da capoufficio, che questa situazione è stata gestita con una leggerezza che ha esposto la nazione. Ringrazio lui e l'ufficio diplomatico. Io se ricevo una telefonata dall'ufficio del consigliere diplomatico la devo dare per buona... penso che si sia confermata la coerenza del governo».
La decisione è maturata nell'arco delle ultime 48 ore. Inizialmente si era evitato di prendere decisioni immediate anche per non andare a colpire un ambasciatore dal forte retaggio filoatlantista, peraltro con una esperienza importante come ambasciatore in Israele, in un momento così delicato come quello attuale. Una linea di pensiero era quella di evitare di affondare il colpo per non dare l'impressione di fare un regalo al regime di Mosca, regime a cui l'uscita di scena di una figura come Talò (nella foto) certamente non è dispiaciuta. Ma alla fine si è scelta un'altra strada e si è deciso che non sarebbe stato coerente condannare apertamente e severamente un errore così grave - che potenzialmente rischia di avere ripercussioni sulla sicurezza nazionale, essendo la riservatezza delle comunicazioni elemento fondamentale per la credibilità del nostro Paese - senza trarne le debite conseguenze. Talò, sarebbe andato in pensione tra quattro mesi, il prossimo 28 febbraio, ma già due giorni fa nell'ultima missione a Bletchley Park, sembrava consapevole di non poter procedere nel suo incarico attuale. Bisognerà ora valutare se ci saranno altre mosse e se si procederà alla sostituzione anche di Lucia Pasqualini, la diplomatica che si occupa delle relazioni con l'Africa che avrebbe dovuto vigilare sulla telefonata con il sedicente presidente della commissione dell'Unione Africana, Moussa Faki. Adesso bisognerà ricostruire la struttura che si occupa delle relazioni internazionali, un ambito nel quale Giorgia Meloni si è spesa molto e in prima persona costruendo relazioni solide e credibili. Il nome in pole-position sembra essere quello di Luca Ferrari, ex ambasciatore a Pechino, attualmente a capo dell'Unità per il supporto alle attività dello Sherpa G7/G20. Una scelta che sarebbe di continuità e che consentirebbe di lavorare con un diplomatico con cui si è già consolidato il rapporto.
In queste ore starebbero però salendo le quotazioni di Fabrizio Bucci, ambasciatore a Tirana, figura molto stimata che molto si è spesa per l'eurointegrazione dell'Albania negli ultimi anni. L'altro nome che circola è quello di Agostino Palese, attuale ambasciatore ad Addis Abeba. Le candidature saranno vagliata dall'inner circle della premier, in particolare da Alfredo Mantovano.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.