Telefonate, chat e intercettazioni da trascrivere. Rinviata l'udienza decisiva sul figlio di Grillo

I legali degli imputati hanno fornito nuovi documenti "inediti e rilevanti"

Telefonate, chat e intercettazioni da trascrivere. Rinviata l'udienza decisiva sul figlio di Grillo

Scegliere il processo in aula, portare in una lunga serie di udienze la storia di quella notte del luglio 2019 in Costa Smeralda sarà «sale sulle ferite» della ragazza che finì nelle grinfie di Ciro Grillo, figlio di Beppe, e dei suoi amici. A dirlo ieri è Giulia Bongiorno, difensore di parte civile della studentessa italo-norvegese che figura come vittima nel processo instaurato a Tempio Pausania, dopo che gli avvocati dei quattro imputati avevano confermato la decisione di non chiedere il rito abbreviato e di affrontare il processo ordinario. «È una scelta legittima su cui non mi sentirete mai esprimere un giudizio - dice la Bongiorno - anche se il protrarsi della vicenda è per la mia assistita una ferita su cui viene aggiunto sale».

La scelta del tipo di processo ha un significato preciso: Grillo junior e gli altri non puntano a limitare i danni cercando sconti di pena, ma alla assoluzione piena. E per arrivare alla assoluzione devono dimostrare in aula che la ragazza mente. Il sesso c'è stato, sesso a turno e sesso di gruppo, ma lei era d'accordo.

Il rinvio a giudizio chiesto dalla Procura di Tempio Pausania potrebbe essere deciso già nel corso della prossima udienza, fissata per il 26 novembre. La decisione del giudice preliminare Caterina Interlandi poteva arrivare già ieri, ma i legali degli imputati hanno chiesto di acquisire, attraverso una perizia fonica, nuove trascrizioni di intercettazioni telefoniche effettuate dai carabinieri nel corso delle indagini. Si tratterebbe di intercettazioni «inedite e rilevanti» utili, secondo i legali, a dimostrare l'inconsistenza dell'accusa mossa ai quattro. Cosa ci sia esattamente nelle nuove intercettazioni, e soprattutto perché saltino fuori proprio ora dopo oltre due anni di indagini non è dato, per il momento, sapere. Il giudice ha dato tempi stretti per la loro analisi e trascrizione: entro dieci giorni i consulenti dovranno avere terminato il lavoro e messo il materiale a disposizione delle parti, per il 26 è fissata la discussione e la decisione sul rinvio a giudizio.

Si tratta, in realtà, di una decisione praticamente scontata. Davanti agli elementi portati in aula dalla Procura, è impensabile che il gip consideri l'innocenza dei quattro giovani talmente evidente da non richiedere un processo. Sarà in aula, davanti al tribunale, tra qualche che mese, che i quattro dovranno provare a dimostrare la loro tesi. Convincendo i giudici, o almeno instillando in loro il dubbio che la ragazza in realtà fosse d'accordo.

Anche la mossa di ieri, con la richiesta di nuove trascrizioni, è ormai finalizzata a quanto accadrà in aula. Contro la presunta vittima i difensori porteranno non solo il materiale estratto dal suo telefono, le immagini in cui dopo la notte nella villa di Grillo appariva sorridente e rilassata.

Punteranno anche su testimonianza e perizie psicologiche. Ma il momento cruciale sarà l'interrogatorio che la ragazza dovrà sostenere in aula, rivivendo minuto per minuto la lunga nottata, e rispondendo ai controesami delle difese.

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