Chiang Mai (Thailandia) Migliaia di turisti bloccati, ottantamila persone in fuga. Un morto e un disperso. È questo il parziale bilancio causato dalla violenza della tempesta tropicale Pabuk - considerata dagli esperti la più grande degli ultimi decenni - che da ieri ha colpito le paradisiache isole del sud-est della Thailandia.
Per fortuna la macchina operativa preparata da tempo dalle autorità di Bangkok per prevenire l'emergenza ha, fino ad ora, limitato danni e vittime. Proprio in previsione dell'arrivo del maltempo, infatti, nei giorni scorsi tantissime persone sono state evacuate dalle proprie abitazioni. Anche la maggior parte dei turisti si sono diretti verso la terraferma. Non tutti però: in migliaia non sono potuti andare via a causa dei forti venti e della pioggia torrenziale che si è abbattuta nella zona.
La tempesta ha portato venti massimi di 75 chiloemtri l'ora, che potrebbero raggiungere la velocità di 95 chilometri l'ora. Venti di questa intensità, a loro volta, potrebbero creare onde fino a sette metri di altezza. Intanto oltre 1.500 scuole nelle aree costiere sono state chiuse e anche l'esercito è stato mobilitato. Le principali isole, tra cui Koh Samui, Koh Phangan e Koh Tao, mete molto popolari tra gli occidentali che in questo periodo affollano le spiagge magiche thailandesi, sono state interessate.
A Koh Phangan, famosa per le sue feste di luna piena, «10 mila turisti sono rimasti a terra», ha spiegato Krikkrai Songthanee, capo del distretto dell'isola. «Ho parlato con alcuni di loro ieri sera. Non hanno paura, capiscono la situazione», ha aggiunto. Mentre quelli bloccati a Koh Samui, hanno riferito che sta piovendo molto forte. E che il forte vento ha provocato alcuni blackout. Un pescatore è morto nella provincia di Pattani, vicino al confine con la Malesia. Le onde, altissime, hanno rovesciato la barca su cui si trovava. Il corpo dell'uomo è stato trovato su una spiaggia nel distretto di Yaring. Un'altra persona, che era a bordo della stessa imbarcazione, risulta ancora disperso.
Fermi i traghetti e interrotto il traffico aereo. Tutti i voli sono stati cancellati all'aeroporto di Nakhon Si Thammarat e Surat Thani, chiusi da ieri mattina. Entrambi dovrebbero essere riaperti nella serata di oggi. E più di 30mila residenti sono stati evacuati nei rifugi temporanei messi a disposizione dal governo, a causa di inondazioni improvvise che hanno sommerso diverse parti delle città, rovesciando pali elettrici, alberi e creando dei crateri lungo le strade. Tra chi ha lasciato la propria casa ci sono anche gli abitanti di Laem Talumphuk, un'area che conosce bene queste disgrazie. Nel 1962, durante la tempesta tropicale Harriet, la zona è stata completamente distrutta e 900 persone hanno perso la vita. «Questa è la seconda che devo lasciare la mia abitazione», ha spiegato al Bangkok Post Nongyao Rotkaeo, mentre insieme alla sua famiglia stava impacchettando frettolosamente le cose da portare via. «Si prevede che la provincia, insieme alla vicina Surat Thani, situata 150 chilometri a nord, sia bagnata da 2/300 millimetri di pioggia al giorno», ha spiegato Samroeng Saengphuwong, il vice segretario dell'Ufficio nazionale delle risorse idriche. «La preoccupazione è per la capacità di tenuta dei serbatoi, che sono praticamente quasi tutti pieni».
Secondo Phuwieng Prakhammintara, direttore del centro meteorologico thailandese, Pabuk dovrebbe lasciare la zona entro oggi per dirigersi ad ovest, verso il Mare delle Andamane e poi lasciare il
Paese. Anche le isole di questa zona, come Phuket e Koh Phi Phi anch'esse famose destinazioni per i turisti sono state evacuate. E diversi centri per ospitare le persone fuggite sono stati messi a disposizione delle autorità.
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