Il terremoto comporta dei costi pesanti per il nostro Paese. Costi rispetto ai quali giustamente il governo ha chiesto all'Europa di tenere conto, nel senso che queste spese non possono e non devono essere inserite nel computo della spesa pubblica. Va da sé che queste spese impreviste non possono essere considerate uno spreco né tantomeno un irresponsabile sfizio. Per rassicurare l'Italia oggi è intervenuto il commissario per gli Affari economici e monetari, Pierre Moscovici: "C’è piena disponibilità della Commissione europea" a considerare gli effetti del terremoto negli sforzi e nelle misure che l’Italia dovrà sostenere. Lo ha detto il commissario per gli Affari economici e monetari, Pierre Moscovici, a margine della conferenza "il pilastro europeo dei diritti sociali".
A precisa domanda ("ci sono altri margini di flessibilità per le spese del terremoto?") Moscovici ha evitato di entrare nel merito del dibattito in corso con il governo sui conti pubblici e le modifiche richieste alla legge di bilancio, ma ha assicura che "per il terremoto stiamo facendo tutto quello che possiamo". A livello collegiale "siamo in piena solidarietà con il popolo italiano e le popolazioni colpite" dal terremoto.
Poi una frase che lascia intendere le reali intenzioni della Commissione Ue: "La ripetizione dei terremoti dimostra che c'è un qualche aspetto strutturale lì". Una frase secca, che lascia intendere un giudizio negativo sulle modalità con cui l'Italia gestisce il territorio e regolamenta a livelo urbanistico.
Poi però cambia subito discorso: "Non parliamo di questo o di quel dato oggi, siamo davvero pienamente solidali con il popolo italiano, che ha sofferto per queste catastrofi, e anche per le valanghe. Tutti ci sentiamo italiani".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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