Prendete Antonio Conte. È un signor professionista, dovunque si appalesi le squadre di competenza cambiano volto e risultati. Accadde in serie B, poi a Torino, quindi in nazionale, a Londra, a Milano, di nuovo a Londra. Grazie a queste doti il coribante salentino ha vinto molto e incassato il dovuto, un monte di soldi in linea con la sua professionalità. Poi, però, subentra l'ingordigia, la brama di avere di più, uno scudetto non basta, due anche, tre forse, un milione è poco, due sono leggeri, dai tre in su si può discutere, il jack pot non prevede limite al tavolo da gioco, dipende dal padrone del casinò. Conte ha pensato di investire parte del suo patrimonio, e con lui altri sodali del mondo dello sport, alla voce football, ha scelto un italiano intermediario di affari, roba della Grande Bellezza romana, gente che piace e così, l'Antonio, ha sognato di poter diventare come i suoi datori di lavoro, un russo, un cinese, un italiano. Preso dall'euforia, ha messo a disposizione del broker una cifra straboccante, ventiquattro milioni, così pare, il totale di famiglia finito sulla scrivania di Bochicchio e quindi evaporato. Non c'è una spiegazione logica, umana, ordinaria a una scelta del genere, contabile ed esistenziale ma rientra nel sistema di vita, di pensiero e di comportamento di chi vive un percorso parallelo, il mondo del calcio conta il maggior numero di abitanti e frequentatori di quel pianeta. Prendete Verratti, Marco detto il cervello del Paris St. Germain e della nazionale azzurra campione d'Europa. Se ne è andato in vacanza scegliendo come luogo Ibiza, non proprio un sito «isolato» e come dimora, la villa di Ronaldo Nazario, con un canone settimanale di 295mila euro, argent de poche per chi lavora a Parigi con Messi, Neymar, Mbappè e gli emiri del Qatar. È accaduto che mentre Verrati e signora si erano allontanati dalla magione, i soliti ignoti hanno provveduto a svaligiare denari e gioielli, orologi e collane, valore, si dice, di tre milioni di euro. La domanda sorge spontanea: perché portarsi appresso il tesoro della regina in un luogo di trastulli vari, miele ideale per ladri e affini? È lo stesso interrogativo che si pone nella vicenda Conte, la morale è quella del marchese del Grillo, io so' io e voi non siete un c...
Accade che i suddetti professionisti siano gli stessi che, prima, durante e dopo una partita di calcio, assumano il tono austero se non acido parlando di umiltà, di lavoro, di sacrifici e di rinunce. Non so per voi ma per me tutto ciò è agghiaggiandeee.
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