Frans Timmermans entusiasta della fumata bianca arrivata dal Parlamento europeo, che ha dato il via libera alla squadra della Commissione euoprea di Ursula von der Leyen con 461 voti a favore, 157 contrari e 89 astensioni. Il laburista olandese dovrà realizzare il Green new deal per salvare ambiente e industria di fronte al cambiamento climatico: "Voglio presentarmi alla conferenza sul clima di Madrid (Cop) con la possibilità di illustrare al mondo quello che faremo in Europa sull’ambiente. Per questo punto a far approvare una comunicazione nella riunione della Commissione dell’11 dicembre in cui spiegheremo cosa faremo nei primi 100 giorni del nostro mandato e negli anni successivi". L'intento è anche quello di convincere il resto del pianeta a seguire la strada tracciata dall'Unione: "Se noi facciamo capire che stiamo diventando leader mondiali dell’economia verde, gli altri ci seguiranno. La Cina quando sente l’Europa compatta ci prende molto sul serio". Puntando addirittura gli Stati Uniti di Donald Trump: "Negli Usa ci saranno le elezioni, fino ad allora dobbiamo avere pazienza. Per ora parlo con i singoli Stati e con le città americane. Però se ci muoviamo subito anche con la Carbon tax e costringiamo canadesi, cinesi e il resto dell’Asia a parlarci, saremo più forti quando Washington tornerà in scena".
Stanziamenti e Carbon tax
Il vicepresidente esecutivo della nuova Commissione Ue, intervistato da La Repubblica, è uscito allo scoperto parlando anche di quelli che saranno i piani da un punto di vista economico. Recentemente è emersa una cifra di 3mila miliardi da qui al 2050 stanziati per la rivoluzione verde, ma il socialdemocratico ha precisato: "Non è una somma esagerata, ma prima di poterla confermare devo finire gli studi di impatto. Conto di finanziare la trasformazione verde dell’economia con risorse pubbliche nazionali ed europee, con fondi privati e della Bei. Nessuno ci chiede il costo umano e finanziario del non far nulla: probabilmente sarebbe molto più alto". L'obiettivo è quello di fare dei passi avanti per quanto riguarda la percentuale del bilancio Ue utilizzata per finanziare la riconversione economica: "Vogliamo alzarla al 25% del bilancio e al 40% per l’agricoltura. Poi ogni anno spingerò per salire. E starò attento che il resto dei soldi non finisca in politiche che invece inquinano".
Il romano d'adozione ha toccato la questione della Carbon tax: "Dobbiamo dire ai partner extra Ue che se un loro prodotto inquina più di quello europeo, per farlo entrare da noi dovranno pagare alla frontiera. Questi soldi li useremo per finanziare la transizione ecologica. Inoltre dovremo estendere gli Ets (certificati a pagamento per chi inquina, ndr) diminuendo le esenzioni".
Italia e sovranismo
Non è mancato un monito verso l'Italia, a cui è stata messa fretta per adattarsi alle sfide del futuro: "Non c’è tempo da perdere e la sfida è enorme anche per voi. Certo, ci sono Paesi con un’industria che inquina di più, come la Polonia, e che avranno più difficoltà a cambiare. Però anche l’Italia deve darsi da fare: dobbiamo pensare tutti insieme al futuro dell’industria dell’auto e alla manifattura tra 30 ann".
Timmermans infine ha parlato anche del sovranismo, a suo giudizio visto come "una sbornia, all’inizio ti senti forte ma poi ti risvegli con problemi irrisolti e in più con il mal di testa". Nel mirino sono finiti anche i nazionalisti: "Prima creano un nemico, poi formano una tribù nella quale il capo ha sempre ragione e i membri lo difendono a prescindere. Così verità e democrazia muoiono". Ma non solo: secondo il suo parere il nazionalismo "ti isola mentre oggi rispondi al clima e alla rivoluzione tecnologica stando tutti insieme".
Il numero 2 della Commissione ha dato un consiglio alla sinistra, parlando di lavoro, capitale, big data e ambiente: "Deve pensare a ridistribuire tutti questi elementi, altrimenti non ha futuro. Se diamo soluzioni anche l’elettorato di Salvini tornerà da noi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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