La Danimarca aveva introdotto, per prima, in Europa il green pass; adesso toglie ogni restrizione imposta per fronteggiare il Covid. I danesi non stavano meglio di noi: come noi, come gli altri, hanno sofferto la tragedia della pandemia, e ora cercano quella necessaria normalità che consente di sviluppare una vita normale. Chi deve decidere o, nel caso della Danimarca, chi ha preso la decisione per affrontare questo nuovo cammino? La loro organizzazione sanitaria? No, la politica. Un orientamento strategico importante perché con coraggio affronta una sintesi doverosa tra la situazione pandemica e la complessa realtà sociale.
Abbiamo assistito in questi anni dolorosi a prese di posizioni grottesche sul Covid, sui vaccini, sui green pass, rilanciate in modo irresponsabile da molti programmi tv che hanno trasformato una tragedia sanitaria in un talk show. L'immagine dell'Italia che ne usciva era deprimente, come se metà degli italiani fossero beceri, dogmatici, pieni di pregiudizi: non era la metà degli italiani ma soltanto la metà degli invitati in studio, che godevano di un palcoscenico sproporzionato alla loro reale consistenza numerica nel Paese. E c'erano troppi medici protagonisti dell'informazione, come se ricoprissero un ruolo politico, che utilizzavano proprio per confutare le idiozie dei No Vax, No Covid, No Pass
La medicina è una scienza che allarga i confini del sapere: una civiltà si sviluppa attraverso le conoscenze che cancellano dogmatismi e pregiudizi. Ma se i medici surrogano i politici e si appropriano della politica, la confusione è nefasta, produce la dissoluzione del tessuto sociale che proprio la politica deve salvaguardare. Nessuna responsabilità (o quasi) dei medici di appropriarsi di un terreno lasciato libero dalla politica: loro si sono trovati protagonisti della pubblica comunicazione, con una posizione non sempre all'altezza della situazione.
Ora, sono proprio le loro informazioni che ci confermano dell'alto numero dei vaccinati, del controllo delle infezioni, della gestione accettabile degli ospedali. Adesso è venuto il momento in cui la politica deve fare la sua parte, interpretando anche lo spirito del medico che vorrebbe vedere, con indubbia generosità, tutti, ma proprio tutti, guariti. I politici hanno ovviamente un altro compito: intanto devono riprendersi lo spazio che hanno lasciato ai medici, e poi devono avere il coraggio di decidere quale cammino intraprendere per riportare i cittadini alla vita normale.
È inevitabile che ci sia una parte di persone che continui ad ammalarsi, ed è giusto mantenere il controllo della situazione in questa lenta diminuzione delle infezioni, ma la politica non può derogare al principio di responsabilità su cui
basare la guida del Paese. La responsabilità chiede coraggio e previsione: usare le conoscenze che si hanno a disposizione e intervenire per il bene dei cittadini senza lasciare ad altri, ai medici, il comando sulla società.
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