Lo ha chiamato "passo di lato". Il siundaco di Torino, Chiara Appendino (M5S), ha comunicato che non si ricandiderà per le amministrative del prossimo anno. E definisce la sua decisione "molto dolorosa ma necessaria". Ma per quale motivo? La condanna a sei mesi che ha subito il 21 settembre scorso e per cui, peraltro, ha già preannunciato che farà ricorso in appello.
"Come sapete - spiega in un video pubblicato su Facebook - qualche settimana fa è stata pronunciata nei miei confronti una sentenza di condanna per una errata imputazione a bilancio di un debito atipico, ereditato dal 2012. Come è stato riconosciuto, ho sempre operato nell'esclusivo interesse del Comune, che, al massimo, mi accusano di aver favorito ingiustamente. Io sono assolutamente certa di aver sempre e solo salvaguardato gli interessi dell'ente che amministro e, soprattutto, di aver agito in totale buona fede e per questo farò ricorso in appello".
"Tuttavia - prosegue Appendino - le tempistiche per arrivare a sentenza, vanno oltre la scadenza elettorale del 2021. In queste settimane ho sentito una solidarietà, un affetto e una vicinanza umana che forse, mai, avevo sentito prima e che mi hanno dato una grande carica di energia. E per questo vi ringrazio dal profondo del cuore. Ma la condanna, anche se di lieve entità e per i motivi che conoscete, resta tale. E in politica, prima di ogni cosa, bisogna essere coerenti con i propri principi. E io continuerò ad esserlo"
Appendino assicura che continuerà "a spendersi con ogni energia affinché i progetti avviati vengano portato avanti da chi verrà dopo di me perché Torino ha ricominciato a credere in se stessa e deve andare più forte che mai".
La prima cittadino di Torino spiega che amministrare la sua città è stato ed è il più grande onore che potesse avere. "Quando diventi sindaca - ha aggiunto - al centro non c’è più la tua persona, c’è la comunità che rappresenti. Torino dal 2016 è stata sempre il mio primo e ultimo pensiero della giornata.
Qui ho la fortuna di vivere e di poter crescere mia figlia Sara. Torino in questi cinque anni è cambiata". Ai cittadini di Torino il compito di giudicare se è cambiata in meglio o in peggio. Oppure non è cambiata abbastanza.
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