Aveva promesso accertamenti rapidi e provvedimenti adeguati alla gravità dei fatti. E il capo della polizia Alessandro Pansa è stato effettivamente rapidissimo a rispondere con i fatti al post sulla Diaz pubblicato su Facebook da Fabio Tortosa, il poliziotto del VII nucleo che nel 2001, durante il G8, era tra quelli che fecero irruzione nella caserma di Genova.
Ma la sospensione di Tortosa e l'immediato trasferimento a Roma del comandante del Reparto mobile di Cagliari Antonio Adornato, colpevole di aver cliccato like al commento del collega, pare sia solo l'inizio di una ben più ampia offensiva decisa per dimostrare che la polizia di oggi non è più quella di 14 anni fa, che sono cambiate le tecniche ma soprattutto la mentalità di chi è impegnato nell'ordine pubblico. Il capo della polizia ha scelto la linea dura per garantire a tutti, soprattutto in vista delle manifestazioni future, che non ci sarà mai più un'altra Diaz. E, nonostante le polemiche già suscitate dai provvedimenti presi nei confronti di Tortosa e soprattutto di un poliziotto stimato e senza macchie come Adornato, questi potrebbero essere soltanto i primi di una serie ben più lunga. Al Dipartimento di pubblica sicurezza, infatti, si stanno valutando le posizioni di tutti i 98 poliziotti che hanno postato «mi piace » al commento di Tortosa sul blitz («Io ero quella notte alla Diaz. Io ci rientrerei mille e mille volte»). Per aver incautamente cliccato like su quel post, magari anche senza condividerne in pieno il contenuto, o per aver pubblicato altri commenti censurabili, decine di uomini in divisa rischiano ora di essere sottoposti ad un accertamento disciplinare che per alcuni potrebbe sfociare anche in una sospensione con relativa decurtazione dello stipendio. Quello di Tortosa è stato dimezzato, ora e fino alla fine del procedimento contro di lui, prenderà 700 euro e non sa come andare avanti con due figli piccoli. Anche perché nel frattempo gli è proibito cercare lavoro. Tra i tanti pensieri ne ha uno anche per Adornato. «La sua rimozione è un atto grottesco - dice Tortosa - perché è il più grande conoscitore dei reparti mobili, uno che ha speso la sua vita in questi reparti. Per un like su Facebook si mette in discussione la carriera di un poliziotto così. Ho una grande angoscia perché sono stato la causa di questa cosa».
I principali sindacati di polizia sono molto critici nei confronti della linea di Pansa. Ieri ha preso posizione in maniera molto dura anche il Sap, per il quale il trasferimento del comandante del XIII reparto mobile di Cagliari è illegittimo. «Ci sembra incredibile - sostiene il segretario provinciale del sindacato, Luca Agati - che un dirigente senza macchia sia posto alla pubblica gogna per un semplice like che ha il senso di un ingenuo saluto a prescindere dal contenuto espresso da colui che l'ha pubblicato. Stiamo assistendo ad una strumentalizzazione che riteniamo essere grave, vergognosa e soprattutto fatta in malafede». Il Sap dice basta al «partito dell'anti-polizia». E immediata arriva la replica di un sindacato di segno opposto, il Silp Cgil. «Non esiste un partito anti-polizia - spiega il suo segretario, Daniele Tissone - ma solo esternazioni in libertà che non andrebbero strumentalizzate tutte le volte che i temi della sicurezza vengono tirati in ballo».
Ma il like virtuale equivale sempre alla condivisione del contenuto pubblicato? Un esperto della materia, l'avvocato «telematico» Giambattista Gallus, ritiene che sia necessario valutare i singoli casi e che mettere like non equivale a dire «bravo» a chi ha espresso certe idee.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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