Come Cristo, nel romanzo di Carlo Levi, Giuseppe Conte si è fermato a Eboli. Nella cittadina salernitana, famosa per la mozzarella di bufala, si conclude la marcia dell'avvocato del popolo, che dal mese di agosto scorso ha assunto la guida del M5S.
Eboli è la tappa finale della cavalcata contiana. I risultati delle ultime elezioni comunali fotografano il flop elettorale del Movimento. Nella città del Cilento i grillini vengono surclassati e superati anche dagli odiati renziani di Italia Viva. Un verdetto che rende la sconfitta ancor più amara.
Il Movimento raccoglie un misero 4,5%. Appena 866 voti. Eppure nella tappa di Eboli del tour elettorale di Conte la piazza era stracolma. Foto taroccata da Casalino o migliaia di curiosi? Il risultato conferma il vecchio motto: piazze piene e urne vuote. Vuotissime, in questo caso, per i Cinque stelle che sostenevano il candidato sindaco Damiano Capaccio, rimasto fuori anche dal ballottaggio. Il flop elettorale diventa un'umiliazione al cospetto del risultato ottenuto, nello stesso Comune, da Italia Viva: il partito, sbeffeggiato in rete dai grillini per le cifre elettorali da prefisso telefonico, raccoglie il 7,11 (1.336 voti). Doppiando il Movimento.
È notte fonda. L'effetto Conte non si vede. Evaporato. La discesa dei consensi per il Movimento è inarrestabile. Il leader dei Cinque stelle festeggia la vittoria (di Gaetano Manfredi) nella città Napoli. Ma dimostra di avere un rapporto conflittuale con la matematica. Il Movimento incassa il 9,74%: meno 30 punti rispetto alle Europee quando ottenne addirittura il 39,86%. E sul risultato napoletano il governatore della Campania Vincenzo De Luca ironizza: «A Napoli abbiamo registrato qualche fenomeno simpatico di folklore. Ho visto che lunedì, quando commentavamo i risultati delle comunali, sono arrivati in massa esponenti 5 Stelle. C'erano più dirigenti che voti dei 5 stelle a Napoli».
Non solo Napoli. Anche il voto a Roma e Milano rispecchia le difficoltà elettorali. Mentre a Caserta e Benevento, altre due città campane al voto, non è stata presentata la lista dei pentastellati. La rivoluzione contiana è già fallita? Si è fermata a Eboli? C'è chi invoca le dimissioni. Alle difficoltà elettorali si aggiungono i problemi economici. Conte sta battendo cassa per organizzare la struttura del Movimento. E poi c'è il nodo Roma: il sindaco uscente Virginia Raggi non vuole appoggiare Roberto Gualtieri al ballottaggio. Mentre Conte spera nella vittoria dell'ex ministro per fiondarsi al suo posto in Parlamento. Timori e lacerazioni che spingono il leader grillino a una frenata sulla costruzione del campo largo con il Pd: «Non ce lo vedo affatto il Movimento cinque stelle a fare il ramo di un Ulivo.
Il Pd può fare sicuramente le valutazioni che ritiene, però sicuramente è un progetto politico che ha avuto una contestualizzazione storica precisa. Riproporre vecchie formule adesso non credo abbia senso, il contesto è completamente diverso». È già iniziata la resa dei conti nel Movimento.
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