In un rito che si ripete da anni, anche nel 2021 sono stati salutati i primi bimbi nati allo scoccare della mezzanotte. Giovanni Toti ha dato il benvenuto ai primi neonati in Liguria del 2021. Il suo messaggio social, però, ha scatenato la polemica con la Lega perché uno dei bambini non è di origini italiane ma nigeriane.
"Diamo il benvenuto ai primi liguri nati nel 2021! Alla Spezia poco dopo mezzanotte è nata Morena, a Imperia il piccolo Louis e dall’Ospedale San Martino mi arriva la foto di Greta, prima nata a Genova. Siete la nostra speranza, il nostro futuro, la forza per non mollare in questo nuovo anno che è appena iniziato. Benvenuti al mondo piccoli e auguri alle vostre famiglie a nome mio e di tutta la Liguria", ha scritto Giovanni Toti. Parole che hanno innescato il botta e risposta a distanza con uno degli esponenti della Lega, alleato di Toti alla Regione Liguria.
"Non si può definire italiano, né ligure, chi nasce sul nostro territorio da genitori stranieri. Auguri e benvenuti a tutti i nuovi nati del 2021 in Liguria, ma ribadiamo che per essere italiani e liguri sia necessario intraprendere un percorso ben definito e quindi richiedere successivamente la cittadinanza, secondo quanto previsto dalle norme vigenti. No allo Ius soli", ha scritto il capogruppo regionale della Lega, Stefano Mai. Giovanni Toti ha, quindi, ribattuto: "Chi nasce in Liguria è ligure". Sono stati tanti i commenti negativi ricevuti da Toti sotto il suo messaggio di inizio anno. Il governatore della Liguria ha difeso le sue parole con fermezza: "I commenti razzisti verranno rimossi dai moderatori della pagina. Una bambina che viene al mondo è una benedizione e va accolta come tale, senza polemiche inutili e dannose a qualsiasi dibattito democratico. Proviamo a iniziare il 2021 con un nuovo passo. Chi nasce in Liguria è ligure".
Anche Stefano Mai ha difeso la posizione sua e del suo partito: "Con la Lega al governo in Liguria così come, speriamo presto, a Roma, non accadrà mai che l'acquisizione della cittadinanza italiana avvenga come semplice conseguenza del fatto giuridico di essere nati in Italia. Occorre difendere le nostre tradizioni e la nostra identità. Pertanto, la trasmissione alla prole della cittadinanza dei genitori, sulla base della discendenza e non del luogo di nascita, è fondamentale".
In serata, Giovanni Toti è tornato sull'argomento: "Lascia amareggiati e per la verità anche un pò perplessi che qualcuno, in un anno come questo, riesca a fare polemica anche su un post di benvenuto al mondo per una bimba nata in una notte così carica di dolore e di speranza. Nel Paese con il tasso di natalità più basso del mondo, una nuova creatura è un fatto positivo, quale che sia la sua nazionalità e il colore della sua pelle. Greta, si chiama così, è nata in un ospedale ligure, con medici e infermieri liguri. Sua madre ha in tasca una tessera sanitaria del nostro Paese. Non ho chiesto alla Direzione del San Martino se fosse immigrata, naturalizzata, cittadina italiana o di un altro Paese. Francamente non me ne frega nulla in questo caso. Greta è nata qui, andrà qui in Liguria all'asilo e a scuola. I suoi genitori e anche lei, quando crescerà, da lavoratrice avrà gli stessi diritti e gli stessi doveri degli altri lavoratori. E gli stessi diritti e doveri sociali". Toti, quindi, spegne la polemica: "Nulla c'entra tutto ciò con i diritti politici concessi dalla cittadinanza, provenga essa dallo Ius soli o da altri strumenti di diritto. Di questo si occuperà il Parlamento nazionale, non certo la nostra Regione. Ed è un dibattito assai più complesso di quello che ruota attorno a un post.
Se mai il Parlamento deciderà di affrontare questo tema (direi che oggi francamente abbiamo altre priorità), spero che tutti i partiti lo facciano consapevoli della delicatezza dell'argomento e dei sofisticati risvolti civili, sociali, legali ed economici che porta con sè. E senza l'approssimazione e i sottotesti sgradevoli che ho letto e ascoltato oggi nell'assurdo dibattito su un neonato!".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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