Le giravolte di Luigi Di Maio sono diventate così tante che se n'è accorto anche Marco Travaglio. Il direttore del Fatto Quotidiano, da mesi critico nei confronti del Ministro degli Esteri specie dopo la caduta del secondo governo Conte, si chiede cosa ci faccia ancora Di Maio nel Movimento 5 Stelle.
"Io non ho nessun titolo per rimproverare niente a nessuno, ma mi domando per quale motivo Luigi Di Maio si ostini a stare in un Movimento 5 stelle che non gli assomiglia più e al quale non assomiglia assolutamente più", ha detto a Otto e Mezzo su La7. L'invito di Travaglio, insomma, è quello di non aspettare che i vertici del Movimento lo mandino via, ma a fare direttamente le valigie. Dopo che il Consiglio Nazionale straordinario di due giorni fa ha di fatto congelato la posizione del Ministro senza espellerlo definitivamente ( il che provocherebbe una scissione), l’ex capo politico è ormai in un limbo, contrapposto al presidente Giuseppe Conte formalmente sulla scelta di approvare l'invio di armi all'Ucraina, ma di fatto sull'idea stessa della direzione che il Movimento dovrebbe intraprendere. Finché esisterà, visto che come dimostrano i risultati elettorali è ridotto ai minimi termini.
Di Maio sembra aver fiutato la brutta aria che tira intorno al progetto grillino, ed è sempre più proiettato verso la vicinanza a quel Palazzo che una volta diceva di voler combattere. Per questo, Travaglio lo sprona ad inseguire la sua "nuova" natura: "Di Maio da mesi ha preso un’altra strada che è quella di Draghi che lo rende molto vicino ai draghiani, a Giorgetti a Forza Italia e a Italia Viva se non fosse per l’incompatibilità personale con Renzi", e ancora "Di Maio è completamente diverso dal Di Maio leader del Movimento 5 stelle o ministro dei governi Conte, ha preso un’altra strada e mi domando per quale motivo si ostini a stare in un posto dove si trova a disagio e mette a disagio i suoi compagni di ventura", come successo con le consultazioni per il Quirinale.
Immancabile, poi, il riferimento alle piroette dell'ex politico anti-sistema contro la Nato, contro l'Ue e contro l'Occidente a trazione americana. Piroette di cui Travaglio si è reso conto forse con colpevole ritardo: "Ha preso un documento apocrifo per dipingere il suo movimento il suo leader, che lui stesso ha contribuito a far diventare leader, per accusarli di essere contro la Nato e contro l’Ue. Purtroppo è Di Maio che nel suo passato ha delle dichiarazioni in cui diceva che bisognava superare la Nato e fare un referendum per uscire dall’Euro, non mi risulta che Conte abbia mai detto queste cose".
La domanda finale di Travaglio,
allora, ha un sapore pressoché retorico: "Di Maio che cosa avrebbe fatto di Di Maio se fosse ancora il capo politico del Movimento? L’avrebbe cacciato a pedate come ha cacciato a pedate un sacco di altra gente per molto meno".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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