Volti cupi tra i manettari. Travasi di bile nelle schiere anti Cav. Peggio degli incubi peggiori. L'assoluzione, appunto. Perché "il fatto non sussiste". Da far venire le traveggole a qualcuno, da causare svenimenti e mancamenti ad altri. La decisione della Corte d'Appello di Milano al processo Ruby è una tremenda delusione per gli anti berlusconiani militanti che da giorni sognavano l'ennesimo colpo giudiziario ai danni del leader di Forza Italia Silvio Berlusconi. E invece la condanna a sette anni e all'interdizione a vita che, oltre a tagliarlo fuori definitivamente dall'agone politico, gli sarebbe costata la revoca dell'affidamento ai servizi sociali e, dunque, gli arresti domiciliari è stata annullata, cancellata, azzerata. Un fulmine a ciel sereno per gli odiatori di professione che contro Berlusconi ci hanno costruito la carriera di una vita.
"La sentenza emessa dalla Corte d'Appello di Milano - scrive Gad Lerner sul blog - mi lascia decisamente perplesso ma non può che essere rispettata. Gli italiani sono ormai in grado di esprimere un giudizio morale sulle “cene eleganti” e sul comportamento dell’allora capo del governo". Al giornalista l'assoluzione proprio non va giù: "La sentenza giunge come una bomba sugli equilibri politici del paese. La Procura di Milano subisce una sconfitta bruciante, anche se conferma come l'autonomia della magistratura sia un bene prezioso in uno Stato democratico". Quindi la conclusione: "La resurrezione politica dell'ex Cavaliere ha dell'incredibile ma è un fatto compiuto. Ora avrà più titolo nel presentarsi come l'interlocutore principale di Renzi, rafforzando il patto del Nazareno".
Anche al Fatto Quotidiano la notizia è rimasta un po' indigesta. Su Twitter Gianni Barbacetto si affretta a ricordare il processo sui diritti tv: "Ora si dimenticheranno tutti che è comunque condannato definitivo per frode fiscale. Bazzecole". Non una parola di scuse per le campagne di fango sulle inutili intecettazioni trafugate dai faldoni del Rubygate. Nemmeno un mea culpa per tutto il fango gettato contro l'ex premier e le persone a lui care pur di linciare un governo democraticamente eletto dagli italiani. Adesso chi risarcirà il Cavaliere delle campagne infamanti portate avanti dal Fatto Quotidiano e, più in generale, dalla stampa progressista? Di questi problemi etici, va da sé, Barbacetto se ne infischia. Come se ne infischiano a Repubblica dove rimangono sbigottiti davanti a "una sentenza clamorosa". Su Twitter Vittorio Zucconi non perde certo l'occasione per punzecchiare (a distanza) Berlusconi: "Se le sentenze di assoluzione sono 'politiche', lo sono anche quelle di condanna".
Se i giornalisti progressisti punzecchiano con la penna, gli anti Cav più sanguigni passano direttamente agli insulti. Sabina Guzzanti non ci va giù leggera: "Un paese in cui ai posti di comando ci sono solo subdoli pezzi di merda #ruby". Parole e insulti di fuoco da parte di una "comica" che non molto tempo fa augurò al leader del centrodestra la morte.
Molto livoroso il commento che Lucia Annunziata affida all'Huffington Post, il sito che dirige: "Tutti a casa, compagni. La guerra è finita e noi la abbiamo persa. Per venti lunghi anni abbiamo dubitato del nostro Premier, lo abbiamo chiamato puttaniere, e lo abbiamo accusato di uso privato del suo potere. Sbagliato. L'uomo è in verità un politico integerrimo. Altro che rottamazione. È quello che ci grida, dall'alto dei suoi scranni, il potere togato, quello stesso che abbiamo venerato per anni, e come smentirlo ora, ora che ha trasformato in un niente il reato di prostituzione minorile e di concussione". E insiste: "La prima è che la parte che mi fa più pena di questa sentenza (sì, ho detto pena) non è la assoluzione dal reato di prostituzione minorile... Penosa è l'assoluzione dal reato di concussione. Fatemi capire: un premier può telefonare in Questura e fare pressione sui dirigenti dello Stato, sui dipendenti da cui dipende il rispetto della legge, e questo gesto non è pressione, è una legittima iniziativa". Poi con una punta di sarcasmo finge di dar ragione ai berlusconiani: "La seconda lezione da trarre da questa sentenza è fare tanto di cappello al centrodestra italiano. Ha sempre detto che i giudici sono politicizzati. Che sia vero? Oppure i giudici sono molto attenti ai climi stagionali, come spiegarsi altrimenti oscillazioni così radicali tra il massimo di una sentenza e la assoluzione".
Conclude quasi rassegnata, senza far venir meno il proprio senso di superiorità: "Una generazione esce sconfitta da
questa sentenza, ha avuto torto. Ma speriamo che chi ha vinto abbia davvero ragione, e che sia valsa tutta la pena che si è dato. Non vorrei trovarmi poi nei panni di chi è vittorioso a breve e si vergognerà in futuro".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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