Da una parte, ci sono i governatori delle Regioni, che premono per un possibile alleggerimento delle misure di contenimento, attuate con l'ordinanza del Ministero della Salute, che le ha inserite in zona arancione o rossa. Dall'altra, si schieta il governo, che non sembra intenzionato ad allentare i divieti, per non mettere a rischio la possibilità di una timida apertura per Natale.
E ieri, a fare pressioni sull'esecutivo sono intervenuti i presidenti di Toscana, Friuli Venezia Giulia e Liguiria, che hanno bocciato l'idea di procedere con lockdown regionali, basati su dati non attuali. "Siamo valutati in base a dati che non corrispondono alla realtà", ha commentato Eugenio Giani, presidente della Toscana in una intervista al Corriere della Sera. I numeri su cui si basa la decisione del governo di tendere la Regione zona rossa sono "vecchi, della settimana dal 2 all'8 novembre, che è stato un picco negativo". Ma, afferma: "Non siamo all'emergenza. La situazione è un pò più critica nell'area di Empoli e di Prato. Ma nell'area sud di 1.000 posti Covid ne sono occupati solo 250". E ora, anche la Toscana si trova a dover fare i conti con didattica a distanza dalla seconda media e negozi chiusi. Critici anche il governatore del Friuli Venezia Giulia, che non ha potuto evitare l'ingresso nella zona arancione, e della Liguria, che spera di far uscire la Regione dalla zona arancione già dai primi giorni di dicembre.
Ma il meccanismo ideato dall'ultimo Dpcm per uscire dalle zone critiche è tutt'altro che agile e i tempi scanditi dal Ministero sono ben precisi. Come ricorda Repubblica, infatti, le Regioni possono chiedere un cambiamento di fascia una settimana dopo l'entrata in vigore delle misure restrittive, "sulla base dei dati del monitoraggio periodico fissato per il venerdì". Ogni venerdì, quindi, è previsto il punto della situazione. Se i numeri sono positivi, si può chiedere la revisione, che verrà concessa solo a patto che il trend si dimostri sulla stessa linea per le due settimane consecutive. Per poter uscire dalla propria fascia, quindi, servono almeno tre settiamane. "Per tornare indietro ci vorranno almeno 14 giorni- ha spiegato Giani- Basta uno sbaglio di un giorno e si ricomincia da capo" Infatti, "il meccanismo previsto dal decreto richiede che per due settimane i dati devono essere costantemente su un livello più basso, per poter rientrare in zona arancione o gialla".
Sulla base di questo meccanismo, Repubblica ipotizza una tempistica per il cambiamento delle fasce regionali: Lombardia, Piemonte, Calabria e Valle d'Aosta, le prime Regioni a subire restrizioni perché inserite nella zona rossa, potrebbero uscirvi dal 27 novembre, dato che le misure sono state applicate il 6 novembre. Lo stesso discorso vale per Puglia e Sicilia, che si trovano in area arancione. Dal 4 dicembre, invece, potrebbero vedere allentate le restrizioni Abruzzo, Basilicata, Umbria e Liguria (ora zona arancione) e Bolzano (rossa).
Infine, l'11 dicembre, potrebbero uscire dalla zona rossa Toscana e Campania, dove sono state applicate misure restrittive a partire dall'11 novembre. Stessa scadenza anche per le arancioni Friuli, Marche ed Emilia Romagna.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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