Mentre la politica litiga sul reddito di cittadinanza, si rincorrono le notizie di inchieste sui cosiddetti «furbetti» del sussidio voluto dal M5s. L'ultimo episodio in Sicilia. Dove sono state denunciate 102 persone per avere percepito indebitamente l'assegno. Si tratta di uomini e donne dai 26 ai 71 anni residenti in diversi comuni della provincia di Messina. Partite le procedure per la revoca del Rdc. Contemplata nell'indagine quasi tutta la casistica più frequente dei vari trucchetti per intascare il contributo mensile senza però averne diritto. Da chi aveva chiesto il reddito di cittadinanza pur essendo agli arresti domiciliari a chi in realtà aveva un reddito superiore a quanto dichiarato, per finire con i cittadini stranieri che avevano sottoscritto falsamente di risiedere in Italia. L'ultimo caso è simile alla truffa smascherata a fine agosto in Emilia Romagna. I carabinieri di San Lazzaro di Savena, in provincia di Bologna, avevano beccato 115 cittadini romeni e una brasiliana che partivano dal loro Paese verso l'Italia (in particolare Milano), facevano domanda per il reddito di cittadinanza e una volta ottenuto tornavano in patria a godersi i soldi. Speculare quanto denunciato da un'inchiesta dell'edizione palermitana di Repubblica, che ha intervistato alcuni emigrati italiani all'estero - in particolare in Belgio e Germania - che riescono a percepire un doppio reddito di cittadinanza. Basta trasferire all'estero la propria residenza, fare domanda per il sussidio nel Paese ospitante e non comunicare il trasferimento all'Aire (l'Anagrafe degli italiani residenti all'estero). Un'alternativa è percepire il Rdc in Italia e andare a lavorare all'estero, così da cumulare lo stipendio straniero e il sussidio italiano. Uno strumento, tante truffe. Come quella, scoperta mercoledì a Corleone, provincia di Palermo, di un uomo che percepiva la misura di una persona deceduta nel 2020.
I fatti di cronaca stridono con un dibattito politico in cui è centrale la legge voluta dal M5s ai tempi del governo gialloverde. La difesa a oltranza della misura da parte del leader pentastellato Giuseppe Conte sembra quasi fuori luogo rispetto alle storture evidenziate dalle inchieste.
Il nuovo presidente del Movimento ha individuato nel tema il cavallo di battaglia della sua campagna d'autunno. Una facile esca, un totem delle origini, per ricompattare i ranghi di un partito in ordine sparso. E anche per colpire gli avversari: Matteo Renzi e il centrodestra, che hanno chiesto di archiviare il reddito di cittadinanza.
Sul sussidio Conte si scalda. «La destra e Italia Viva propongono di abrogare il reddito di cittadinanza - dice -. Il loro è un comportamento vigliacco». Il leader del M5s ha annunciato una lunga battaglia, in sede di modifica della norma: «Sul Reddito il Movimento non mollerà mai».
Il ministro del Lavoro Andrea Orlando (Pd) sta lavorando ad alcuni ritocchi, a partire dalla questione delle politiche attive del lavoro. Ma il reddito grillino è divisivo anche all'interno dei dem. Con alcuni esponenti ex renziani che propongono di tornare al Rei (reddito di inclusione).
All'attacco ancora Giorgia Meloni: «Sono stata redarguita per aver detto che il reddito di cittadinanza è metadone di Stato, lo confermo».
Curioso il siparietto avvenuto a Villapiana, provincia di Cosenza. Salvini criticava l'assegno caro a Conte, ma è stato interrotto da una signora: «Perché sei contro il reddito di cittadinanza?». Pronta la risposta del leghista: «La signora ha il reddito di cittadinanza».
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