"Il turismo ha trainato la ripartenza ma adesso i costi sono insostenibili"

Il presidente di Federalberghi: "Siamo un settore energivoro a causa dei condizionatori. Sacrifici e risparmi? Ne abbiamo già fatti tanti"

"Il turismo ha trainato la ripartenza ma adesso i costi sono insostenibili"

«Se in Italia si registra una crescita del Pil superiore a quella degli altri Paesi il merito è del turismo. Chi si è riempito la bocca con questi risultati ha dimenticato di chi era il merito. Di questo il nuovo governo dovrà tenere conto, il primo ministro che dovrà essere scelto sarà proprio quello del turismo. Purtroppo però il caro energia rischia di mangiarsi questa ripresa che abbiamo faticosamente riconquistato dopo due anni di Covid». Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, suona l'allarme e invita tutte le forze politiche a una riflessione.

Presidente Bocca, che tipo di impatto ha il caro bollette sull'industria alberghiera?

«Partiamo da un presupposto: il nostro settore sta pagando un prezzo enorme, con bollette raddoppiate o triplicate, giù da febbraio-marzo. Abbiamo stretto i denti, ma era chiaro che la situazione sarebbe peggiorata. All'aumento dei prezzi si è aggiunta una estate caldissima che ha costretto a un utilizzo massiccio dell'aria condizionata, cosa che ha portato i costi alle stelle».

Il turismo va quindi equiparato ai settori energivori?

«Sì, il turismo è a tutti gli effetti un settore energivoro. E deve fare i conti con una concorrenza di Paesi come la Francia dove l'energia, grazie al nucleare, costa un decimo rispetto all'Italia».

L'indicazione per l'inverno è che dovremo fare sacrifici.

«Quando sento dire che ci attende un inverno di sacrifici non posso non ricordare che noi abbiamo già affrontato una estate di sacrifici, anzi due anni di sacrifici con il Covid che ha messo in ginocchio migliaia di imprese. Molte rischiano di chiudere e altre che stanno preparandosi a chiudere in anticipo la stagione. Per gli alberghi i sacrifici non sono proponibili. Quando arriva un turista non posso farlo stare al freddo altrimenti va a Parigi a stare al caldo. Viviamo in concorrenza, non siamo in monopolio».

Il settore ha fatto qualcosa per il risparmio energetico?

«Tutto quello che si poteva, dai led agli impianti di nuova generazione. Però i 600 milioni stanziati dal Pnrr per la riqualificazione energetica degli impianti turistici sono una cifra deludente».

Quando è iniziata l'emergenza avevate fatto richieste specifiche al governo?

«Certo. Abbiamo cercato di far passare emendamenti per l'installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti degli alberghi solo per autoconsumo in deroga alle norme sui centri storici, ma sono stati bocciati dal ministero dei Beni culturali. Eppure quelli di ultima generazione si possono realizzare del colore delle tegole».

Cosa chiedete alla politica?

«Abbiamo un costo del personale altissimo, non quello che va in busta paga al dipendente ma quello che costa a noi come datori di lavoro. Abbiamo la bolletta energetica più cara d'Europa, una tassazione sugli immobili strumentali che è folle. Ci hanno fatto pagare la Tari anche quando gli alberghi erano chiusi durante il Covid.

Noi abbiamo preparato una piattaforma che abbiamo mandato a tutti i partiti politici con pochi punti molti chiari. Chi ci darà risposte all'altezza avrà una particolare attenzione da parte di un settore che comprende 33mila aziende e in cui lavorano centinaia di migliaia di persone».

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