Tutto quello che non torna nell'arringa di papà Grillo

L'arringa di Grillo contiene motivazioni fragili. Alcune persino poco fondate

Tutto quello che non torna nell'arringa di papà Grillo

Lo sfogo è di quelli dirompenti. Un padre che difende il figlio. Dai media, dalle malelingue, dalla magistratura, forse anche da se stesso. Comprensibile. Ma quando l'arringa è pronunciata da un personaggio noto come Beppe Grillo la prospettiva cambia. Soprattutto se le motivazioni addotte sono quanto meno fragili. Alcune persino poco fondate. E soprattutto se ad assurgere a paladino del garantismo è uno dei principali esponenti del giustizialismo. Di seguito riportiamo alcune di queste motivazioni.

"Mio figlio è su tutti i giornali come uno stupratore seriale...": i giornali hanno raccontato i vari passi dell'inchiesta, con titolazioni più o meno forti ma sicuramente non definitive, che riguarda il figlio di un personaggio politico nonché co-fondatore del Movimento 5 Stelle. Di cosa si stupisce Grillo?

"Perché non è stato arrestato?": perché il codice di procedura penale prevede l'arresto per il reato di violenza sessuale solo in caso di flagranza di reato e l'applicazione di una misura cautelare (custodia in carcere o arresti domiciliari) quando sussistono gravi indizi di colpevolezza o il pericolo di fuga, di inquinamento delle prove o di reiterazione del reato.

"La legge dice che gli stupratori vengono presi e interrogati in galera o ai domiciliari": non c'è traccia nel codice di procedura penale di una affermazione del genere. Per i presunti stupratori, invece, vale lo stesso principio secondo cui un indagato può restare a piedi libero se non sussistono gravi indizi di colpevolezza e se non c'è pericolo di fuga, di inquinamento delle prove o di reiterazione del reato. Repetita iuvant.

"Liberi per 2 anni, perché?": anche qui, vedasi il punto precedente. Si rammenta inoltre che la querela è stata presentata a luglio 2019 e le indagini sono state chiuse a novembre 2020, nel rispetto dei 18 mesi previsti dalla legge.

"Non è vero che c'è stato lo stupro": purtroppo la certezza di un padre vale meno della certezza giuridica.

"Perché una persona che è stata stuprata la mattina non va a fare kitesurf e dopo 8 giorni fa la denuncia": perché si ipotizza che una donna violentata reagisca in modo poco prevedibile visto il trauma che subisce e si suppone dunque che i tempi di elaborazione dello stesso trauma possano sottostare a variabili indefinite. E comunque i giorni intercorsi tra il presunto stupro e la denuncia della vittima sono quattro e non otto.

"C'è un video in cui si vede la consenzietà che il gruppo ride...": se il video - che tra l'altro è agli atti - dimostra quello che dice Grillo, sicuramente la giustizia farà il suo corso e aiuterà gli inquirenti a optare per la giusta decisione.

"Se dovete arrestare mio figlio perché non ha fatto

niente, allora arrestate anche me": è comprensibile che l'amore di un padre vada oltre ogni cosa ma ci auguriamo che non sia un innocente ad andare in galera, piuttosto che vengano accertati eventuali colpevoli o innocenti.

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