Twitter riapre a Trump (e lui lo snobba)

Profilo sbloccato, boom di contatti. Ma il tycoon: "Non c'è motivo di tornare, resto su Truth"

Twitter riapre a Trump (e lui lo snobba)

Elon Musk ha riammesso Donald Trump su Twitter. L'account dell'ex presidente americano, bloccato dalla piattaforma in seguito all'assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021, è tornato visibile dopo che il nuovo proprietario del sito di microblogging ha annunciato il risultato del referendum lampo di ventiquattr'ore condotto tra gli utenti con oltre 15 milioni di voti, di cui il 52% a favore e il 48% contro.

«Il popolo ha parlato. Trump sarà reintegrato», ha twittato Musk, citando il motto Vox Populi, Vox Dei. Nel giro di un'ora, i follower dell'ex presidente erano già saliti di un milione. D'altronde già lo scorso maggio, prima di acquistare il social, aveva preannunciato che avrebbe cancellato il bando del tycoon. Peccato che lui abbia detto di non avere alcun interesse a tornare sul social. L'account ufficiale di Trump, tornato visibile pochi minuti dopo il messaggio di Musk sul responso popolare, è fermo all'8 gennaio 2021, due giorni dopo l'insurrezione dell'Epifania che gli costò la sospensione: «A tutti quelli che lo hanno chiesto, non andrò all'insediamento del 20 gennaio», è stato l'ultimo cinguettio di The Donald riferito all'inaugurazione del presidente Joe Biden. Mentre sabato sera ha scritto su Truth: «Votate con positività, ma non preoccupatevi, non andrò da nessuna parte», definendo la piattaforma «speciale». E collegandosi all'assemblea della leadership della Republican Jewish Coalition, a chi gli ha domandato se ha intenzione di tornare su Twitter, Trump ha risposto: «Non ne vedo alcun motivo». Ribadendo poi la sua intenzione di rimanere fedele a Truth, che «funziona meglio», mentre Twitter «ha molti problemi e account falsi». L'ex presidente americano ha però elogiato Musk, dicendo «mi piace, è brillante, è un personaggio, a me piacciono i personaggi».

La sua frenata per ora sembra azzoppare l'iniziativa del nuovo patron, che forse contava sulla riammissione del tycoon a furor di popolo per poter attrarre l'attenzione sul social dopo il caos che ha creato, tra licenziamenti ed esodi di massa. D'altra parte, se Trump tornasse su Twitter, solleverebbe interrogativi sul suo impegno per Truth Social, che è stata lanciata sull'app store di Apple a febbraio e sul Play Store di Google a ottobre. E da quando ha iniziato a utilizzarla regolarmente nel maggio scorso, è diventata la principale fonte di comunicazione diretta con i suoi fan.

Secondo un documento della Sec (l'ente federale statunitense preposto alla vigilanza della borsa valori) riportato dai media Usa, Trump è obbligato a concedere al suo social un'esclusiva di sei ore su qualsiasi post, ma è libero di pubblicare «messaggi politici o raccolte fondi» su qualsiasi sito, in qualsiasi momento.

Resta comunque da vedere se in futuro l'ex presidente, che ha appena annunciato la sua terza corsa alla Casa Bianca, rinuncerà davvero al quello che è stato il suo «portavoce» di fiducia per anni, e con cui ha plasmato la sua campagna elettorale vincente del 2016 e il suo mandato al 1600 di Pennsylvania Avenue.

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